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Risparmi, nell’ultimo decennio gli italiani ne hanno accumulato il 50% in più

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Preoccupa il fatto che ci sia una montagna di denaro che non viene utilizzata, e che viene parcheggiata in banca

Dopo aver assorbito lo shock della crisi finanziaria del 2008-2009, gli italiani sono tornati ad essere molto propensi ai risparmi. Lo evidenzia un rapporto della FABI, l’organizzazione sindacale bancaria, sul comportamento dell’ultimo decennio.

Il report della FABI sui risparmi

risparmiNell’ultimo decennio infatti, la ricchezza finanziaria dei cittadini del Belpaese è salita di quasi 1.700 miliardi, ossia del 50% circa.
Probabilmente è anche il frutto della volontà di Draghi (allora capo della BCE) di salvare l’euro a ogni costo nel luglio 2012 (ricordate l’ormai celebre “whatever it takes”?).

Prevalentemente, questi risparmi sono sotto forma di contanti. Infatti sono cresciuti di 509 miliardi (+45%), passando dai 1.119 miliardi del 2011 ai 1.629 miliardi del 2021.

Conti correnti e obbligazioni

Preoccupa il fatto che ci sia una montagna di denaro che non viene utilizzata, e che viene parcheggiata in banca. Infatti la percentuale di denaro lasciato su conti correnti è il 31% del totale delle masse.
Se ci fosse maggiore propensione a investirli, la crescita economica del Paese ne beneficerebbe.

L’effetto dei tassi bassi

In questo ultimo decennio, i risparmi hanno invece abbandonato le obbligazioni. La percentuale sulle masse si è ridotta nel portafoglio degli risparmiatori del 67%, passando da 712 miliardi a 233 miliardi. E’ chiaro che questa è una conseguenza diretta del lungo periodo di tassi di interesse a zero o negativi.

Migliora la quota delle polizze assicurative, che nelle famiglie sono passare da 680 miliardi nel 2011, a bene ben 533 miliardi (+78%) a dicembre 2021. Parliamo di quasi il 23% dei risparmi complessivi.

L’azionario cresce

Migliora l’appeal delle azioni. Nel 2021 i risparmi hanno generato un flusso destinato per il 61% ad attività finanziarie, dove spiccano appunto le azioni.
Il peso delle azioni è salito in modo forte nel corso del decennio, passando da 690 miliardi nel 2011, a 1.107 miliardi nel 2020 per poi crescere ancora a 1.251 miliardi nel 2021.

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