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PIL italiano, Confindustria vede una accelerazione grazie ai vaccini

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Secondo il Centro studi di viale dell’Astronomia, l’economia italiana sta mostrando evidenti segnali di recupero

L’analisi congiunturale presentata come ogni mese da Confindustria, evidenzia che il PIL italiano si sta riprendendo con una certa vigoria, superando anche le aspettative di pochi mesi fa.

Ripartono i servizi e corre il PIL italiano

pil italianoSecondo il Centro studi di viale dell’Astronomia, l’economia italiana quindi sta rispondendo presente alla sfida della ripresa. Nel secondo trimestre, il PIL italiano ha mostrato evidenti segnali di recupero, soprattutto grazie all’incremento del ritmo della campagna vaccinale.

Con l’allentamento delle misure anti-Covid e le riaperture nei settori legati al turismo e all’intrattenimento, l’attività nei servizi è infatti tornata a espandersi (a maggio il Pmi è balzato a 53,1, sopra la soglia neutrale, al massimo da marzo 2019). E adesso torna a spingere l’economia tricolore, affiancandosi all’industria che aveva già riacceso i motori.
Inoltre ci sono giustificate aspettative che questo trend prosegua anche nei due prossimi trimestri.

Cresce la fiducia

A far propendere il barometro per l’ottimismo sul futuro del PIL italiano, sono state le recenti letture dei dati Istat sulla fiducia di imprese e famiglie.
Il valore ha ormai raggiunto (e in certi casi superato) i livelli pre-crisi. Tutto ciò è di fondamentale importanza per agevolare la ripartenza dei consumi. Nel frattempo gli investimenti hanno già recuperato nel primo trimestre.

Ordini, credito ed export

Le buone notizie si trovano anche su altri fronti. Ad esempio nella ripresa di ordini e credito.
La risalita di maggio-giugno degli ordini interni dei produttori di beni di consumo, fa capire che le aziende si aspettano una ripartenza.
Riguardo invece al credito, sono cresciuti i prestiti alle famiglie ma anche quelli alle imprese (benché la crescita abbia subito una frenata).

Anche dall’export italiano arrivano segnali importanti. Infatti ad aprile è risultato doppio rispetto all’anno prima, ed è salito sopra i livelli pre-crisi. Questo trend si rileva peraltro sia riguardo ai principali gruppi di beni, sia riguardo alle aree di sbocco.

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