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Commercio verso i Paesi extra UE. Ecco i dati di novembre

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Le importazioni sono cresciute in special modo dalla Russia (+111,6%)

Crescono entrambi i flussi del commercio internazionale dell’Italia verso l’area extra UE. Lo evidenzia l’ultimo report di Istat, che è relativo a novembre 2021.

I dati sul commercio internazionale

commercioA livello congiunturale, l’istituto di statistica ha stimato una crescita del 2,9% per le esportazioni, mentre sono cresciute molto meno le importazioni (+0,6%).
Nel’ambito delle esportazioni, il flusso di commercio è incrementato notevolmente per l’energia (+44,1%), ma un saldo discretamente positivo lo hanno avuto anche i beni intermedi (+6,1%) e strumentali (+1,7%). Calano beni di consumo non durevoli (-2,6%) e durevoli (-2,2%).
Le importazioni segnano invece un aumento più marcato per l’energia (+5,0%), mentre calano gli acquisti di beni intermedi (-3,8%).

Le rotte geografiche del commercio

Riguardo la direzioni dei flussi del commercio, le esportazioni sono aumentate verso la maggior parte dei paesi extra Ue27. Tuttavia, spiccano gli incrementi verso i paesi OPEC (+27,6%), Stati Uniti (+24,5%), Turchia (+24,1%). In calo invece le vendite verso paesi ASEAN (-6,7%), Svizzera (-5,7%), Regno Unito (-4,0%) e Cina (-3,6%).
Le importazioni sono cresciute in special modo dalla Russia (+111,6%), paesi ASEAN (+57,0%) e paesi OPEC (+53,0%), prevalentemente a causa della maggior richiesta d energia.

Congiuntura trimestrale

Sempre a livello congiunturale, ma su base trimestrale, l’export è stazionario (0,0%) mentre l’import registra un incremento congiunturale del 7,4%. In questo caso si avverte la dinamica incrementale dell’energia (+24,8%) e dei beni di consumo non durevoli (+13,5%).

Dinamica tendenziale

Per quanto riguarda invece le dinamiche tendenziali (ossia novembre 2021 contro novembre 2020), c’è stata una crescita delle esportazioni del 13,3%.
Se guardiamo ai singoli raggruppamenti, spicca il balzo enorme dell’export energetico (+187,4%).
Anche le importazioni segnano però un forte incremento, pari al 37,7%. Tutti i raggruppamenti sono interessati dalla crescita, ma anche in questo caso il balzo maggiore riguarda l’energia (+171,6%).

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