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Banche, l’aspettativa di vita in crescita cambia gli scenari per i consulenti

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Sono ancora pochissimi i clienti che adottano strategie concrete per affrontare il “longevity risk”

Uno dei cambiamenti più importanti che incidono sull’attività delle nostre banche riguarda la crescente aspettativa di vita. Ciò incide infatti su tutte le scelte finanziarie che fanno e che faranno le famiglie. Ed è per questo che i private banker devono adeguarsi a questo contesto, modificando il loro approccio.

L’allungamento della vita e le banche

bancheDal punto di vista scientifico, l’allungamento della vita media è senza dubbio un traguardo importante. Ma è altresì chiaro che comporta delle conseguenze, anzitutto sull’orizzonte temporale di molte scelte che facciamo e in secondo luogo sulle tipologie dei bisogni che si manifestano in ogni fase della vita. Tutti aspetti che hanno delle conseguenze anche per le nostre banche, il cui compito è aiutare a pianificare il benessere finanziario a lungo termine dei propri clienti.

Sfide e opportunità

L’aumento della longevità comporta quindi delle conseguenze sia sulle scelte di investimento che su quelle di gestione del patrimonio. Per i private banker tutto ciò comporta nuove sfide ma anche buone opportunità. Il ruolo di questi consulenti infatti è cruciale nell’accompagnare i propri clienti nella pianificazione a lungo termine, che si adottano solo a mantenere il loro tenore di vita ma anche a gestire il patrimonio in chiave intergenerazionale e dinastica.

Affrontare il longevity risk

Nonostante la maggioranza dei clienti sia consapevole che una vita molto lunga richiede un approccio finanziario diverso, sono pochissimi quelli che adottano strategie concrete per affrontare il “longevity risk“. È proprio in questo spazio che deve introdursi l’attività dei private banker, fornendo un supporto di qualità che sia in grado di rispondere adeguatamente alle sfide demografiche sfruttando anche soluzioni e strumenti innovativi.

Questa esigenza è ancor più importante in Italia, visto che siamo tra i paesi con la longevità maggiore al mondo. Si stima che nel 2040 un terzo della popolazione avrà oltre 65 anni. Questo aumento della vita media cambia la struttura dei consumi, aumentando in special modo la quota di spese destinate alle cure mediche e assistenziali. Senza considerare che l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico determinano una riduzione della forza lavoro, esercitando una pressione forte sulla spesa pubblica e sulla sostenibilità del sistema pensionistico.

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