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Investitori fai da te, ecco il ritratto dipinto da Consob

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L’investitore medio italiano è orientato a un approccio molto prudente

Ancora oggi una larga fetta di investitori dei mercati finanziari preferisce rivolgersi ad un intermediario, quasi sempre di natura bancaria, quando si tratta di impiegare i propri risparmi. Una recente indagine fatta dalla Consob, ossia l’autorità italiana di vigilanza sui mercati, ha disegnato il loro identikit.

Le caratteristiche degli investitori

investitoriGeneralmente chi decide di tuffarsi del mercato affidandosi ad un intermediario è orientato a un approccio molto prudente. Per questo motivo preferisce i titoli di stato e i fondi comuni di investimento, mentre si tiene quasi sempre alla larga dagli asset a maggior rischio.

Questa categoria di investitori inoltre evita gli strumenti finanziari più complessi e illiquidi. Si fida dei consigli della propria banca, senza preoccuparsi dei possibili conflitti di interesse che possono caratterizzare il proprio intermediario di fiducia.

Il peso della clientela Retail

L’indagine condotta dalla Consob si basa sulla composizione del portafoglio amministrato lungo un periodo di 13 anni che va da giugno 2010 a giugno 2023. L’estate dello scorso anno la clientela retail rappresentava circa il 68,7% delle masse amministrate dalle banche. Il controvalore di mercato di queste masse superava i mille miliardi di euro. Il doppio rispetto a quella della clientela professionale, che non arrivava neanche a 500 miliardi di euro.

Finora abbiamo parlato per lo più di banche, visto che la quasi totalità delle masse amministrate faceva capo proprio a loro (95%), mentre solo il 5% riguardava soggetti non rientranti in alcun gruppo bancario.

La composizione degli investimenti

Tra il 2010 e il 2023, ossia il lasso di tempo su cui è stata condotta all’indagine, si è evidenziata una riduzione progressiva della componente obbligazionaria, il cui peso è sceso dal 50% ad appena l’8%. Una dinamica opposta ha invece caratterizzato i fondi comuni di investimento, il cui peso è cresciuto dal 16,6% al 53,8%.

La terza maggiore componente del portafoglio, ossia titoli di Stato ed azioni, è rimasta tendenzialmente stabile. Tuttavia nell’ultimo periodo la componente dei titoli di Stato è cresciuta in maniera notevole (+7%). Altresì interessante è la progressiva crescita che c’è stata nella componente estera, più che raddoppiata in termini di incidenza sul totale amministrato.

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