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Inflazione, doccia tiepida per l’Eurozona: non sale, ma neppure scende

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Questi dati contrastanti non offrono alcuna sponda sicura riguardo alle prossime mosse della BCE

Si sperava in una discesa al 5,1% dell’inflazione annua nella Eurozona. Invece il dato preliminare pubblicato da Eurostat evidenzia una conferma del 5,3% visto nel mese precedente. La spirale dei prezzi non è salita, ma neppure è scesa.

I dati relativi all’inflazione

inflazioneSecondo le stime preliminari, ad agosto l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,6%, più delle aspettative dello 0,4% e decisamente in rialzo rispetto al -0,1% visto a luglio. La buona notizia viene dal dato core, depurato cioè delle componenti più volatilti, che segna 5,3% (contro il 5,5% precedente) tornando così ad essere almeno pari al dato generale. Tuttavia questi valori rimangono ampiamente al di sopra del target della Bce, che è al 2%.

Il fatto che in Europa l’inflazione non scende potrebbe indurre la Bce a reagire con un rialzo dei tassi già a settembre. Nel corso di poco più di un anno, la BCE ha aumentato i tassi dal -0,5% al ​​3,75% per contrastare l’impennata dell’inflazione.

Cosa farà adesso la BCE?

La lettura dei verbali dell’ultimo meeting fa emegere comunque un quadro di grande incertezza sulle prospettive per inflazione e tassi. I verbali confermano l’approccio dipendente dai dati, riunione per riunione, in un ambiente incerto. Alcuni ritengono necessario un ulteriore aumento dei tassi a settembre, per altri invece è probabile che le previsioni di settembre della Bce rivedranno il percorso inflazionistico sufficientemente verso il basso, al 2%, senza la necessità di un altro aumento.

Il prossimo meeting della BCE è in calendario tra due settimane, e si deciderà allora se il recente rallentamento dell’attività economica giustifica una pausa nel ciclo restrittivo, oppure se sarà necessario andare avanti con le strette, a causa delle persistenti pressioni inflazionistiche.

Suggerimento: sui rapporti di cambio con l’euro si può adottare efficacemente anche la Supertrend doppio strategia.

Il mercato e l’euro

Lo scenario di incertezza si riflette anche nelle mosse dei mercati. L’euro è sceso di nuovo sotto la soglia di 1,09 dollari (con il Market facilitation index indicatore che suggerisce di non fare operazioni), in calo rispetto al massimo di due settimane di 1,0945 dollari raggiunto mercoledì, poiché i dati hanno aggiunto complessità alla situazione per la Banca Centrale Europea.

Gli investitori adesso monitoreranno il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti venerdì per ulteriori approfondimenti sulla potenziale direzione della politica monetaria della Fed.

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