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Inflazione, ancora un ritocco al rialzo in Turchia (il terzo di fila)

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Accelerazione al 61,5% su base annua a settembre, rispetto al 58,9% di agosto. Era comunque una fiammata attesa dagli esperti di economica

Nonostante le quattro strette consecutive effettuate dalla banca centrale della Turchia (l’ultima di ben 500 punti base), la corsa dei prezzi ha riportato l’inflazione a livelli che non si vedevano da dicembre del 2022.

I dati della Turchia sull’inflazione

inflazione turchiaPer il terzo mese consecutivo, il dato sull’inflazione ha segnato un nuovo aumento, principalmente a causa dell’aumento delle aliquote fiscali e della svalutazione della lira. Ha infatti accelerato al 61,5% su base annua a settembre, rispetto al 58,9% di agosto. Era comunque una fiammata attesa dagli esperti di economica.

Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati del 4,9%, dopo un aumento del 9,1% in agosto. Inoltre, il tasso core è salito al massimo su dieci mesi pari al 68,9% a settembre, rispetto al 64,8% del mese precedente. Secondo il Programma a medio termine (MTP), l’inflazione dovrebbe raggiungere il 65% entro la fine del 2023, il 33% nel 2024, il 15,2% dopo il 2025 e l’8,5% alla fine del 2026.

Prezzi alla produzione e deficit commerciale

I prezzi alla produzione sono invece calati di nuovo, arrivando al 47,44% a settembre, rispetto al massimo di quattro mesi del 49,41% registrato in agosto.
Su base mensile, il PPI è aumentato del 3,40%, rallentando rispetto al aumento del 5,89% del mese precedente.
Altri dati macro hanno riguardato il deficit commerciale, che si è ridotto del 48% su base annua a 5 miliardi di dollari nel settembre 2023, rispetto ai 9,6 miliardi di dollari del mese corrispondente dell’anno precedente, portando potenzialmente a un surplus delle partite correnti.

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Outlook del rating migliora

Negli ultimi giorni la Turchia ha incassato una buona notizia da S&P Global Ratings, che ha modificato l’outlook del rating sovrano da ‘negativo’ a ‘stabile’ e ha confermato il grado del debito a ‘B’. A spingere questo miglioramento è l’ottimismo riguardo al nuovo team economico del presidente Recep Tayyip Erdogan e di uno spostamento verso politiche più convenzionali.

A metà mese scorso infatti, la Banca Centrale della Turchia ha aumentato il tasso di riferimento di 500 punti base (quarto aumento consecutivo), portandolo al 30%, per contrastare l’alta inflazione.
La banca centrale ha aggiunto che la stretta monetaria sarà gradualmente rafforzata quando e nella misura necessaria fino a quando non sarà raggiunto un significativo miglioramento delle prospettive di inflazione. I trader attualmente scommettono che i tassi di interesse raggiungeranno il 35% entro la fine dell’anno.

Sul fronte valutario invece le cose non vanno bene per la Lira. Il tasso di cambio rispetto al dollaro (una delle coppie di valute più volatili del panorama) è al massimo storico oltre 27,5. Negli ultimi 12 mesi il cambio USDTRY è salito di quasi il 50%.

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