Come se non bastassero le già complicate sfide che l’industria siderurgica europea sta affrontando da tempo (soprattutto la concorrenza feroce e il forte rincaro dei costi dell’energia), ci si è messo anche Donald Trump con i suoi dazi a rendere più problematico lo scenario.
I dazi contro le industrie siderurgica
Il presidente USA ha deciso di imporre dazi forfettari del 25% sull’acciaio europeo. Qualcosa di simile Trump già lo fece nel corso del suo primo mandato, ma all’epoca la situazione dell’industria siderurgica europea era decisamente più rosea di adesso. Inoltre le misure erano meno estese rispetto a quelle attuali. Ecco perché, secondo l’associazione Europea dell’acciaio (Eurofer), questa guerra commerciale rischia di diventare il colpo di grazia per l’Europa dell’acciaio.
A rischio un milione di tonnellate
L’aspetto più grave di queste tariffe è che la Casa Bianca ha rimosso tutte le esenzioni di prodotto e le quote che l’Unione Europea aveva precedentemente negoziato. Se prima dell’entrata in vigore di questi dazi, l’export dell’industria siderurgica Europea negli Stati Uniti era già diminuito di circa un milione di tonnellate, probabilmente si perderà un altro milione a causa di questi dazi.
Ricadute a cascata
Peraltro il quadro bisogna allargarlo anche ad altri settori e non soltanto l’industria siderurgica. I dazi di Trump finiranno infatti per colpire anche i prodotti derivati, ossia quelli che dipendono da l’acciaio. Basta pensare al settore auto, alla sicurezza, alla difesa, le infrastrutture energetiche e ai trasporti. Tutti risentiranno in via diretta e indiretta della guerra commerciale voluta dal presidente americano.
Eccesso di capacità produttiva
Le cose sul fronte interno peraltro stanno già andando male, vista la feroce concorrenza dei produttori asiatici che hanno invaso il mercato con l’acciaio a basso costo. Con la domanda interna in calo e le tariffe statunitensi che colpiranno le esportazioni, l‘industria siderurgica rischia così di vivere una tempesta perfetta che potrebbe impattare anche sul mondo dell’occupazione, dopo che già nel 2024 il comparto siderurgico europeo ha perso circa 18.000 posti di lavoro.