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Industria dell’auto, è la settimana chiave dei dazi di Trump

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Il costo delle tariffe potrebbe oscillare tra un minimo di 1,4 miliardi di euro e 3 miliardi di euro per le imprese italiane

Siamo entrati in una settimana che potrebbe essere cruciale per il futuro dell’industria dell’auto Europea. Salvo clamorosi colpi di scena, dal 2 aprile dovrebbero infatti entrare in vigore le tariffe statunitensi pari al 25%, che potrebbero avere un impatto enorme sul fatturato delle imprese, provocando un contraccolpo epocale.

L’impatto delle tariffe sull’industria dell’auto

industria dell'autoSecondo alcune stime, il costo di queste tariffe volute da Donald Trump potrebbe oscillare tra un minimo di 1,4 miliardi di euro e 3 miliardi di euro per le imprese italiane che operano nell’industria dell’auto. Le conseguenze non sarebbero soltanto sul bilancio, ma anche sull’occupazione. Si stima infatti che si potrebbero perdere fino a 15.000 posti di lavoro, soprattutto negli stabilimenti legati all’export. L’industria dell’auto è un pezzo dell’identità economica del nostro paese, e rischia di finire in ginocchio a causa della battaglia commerciale.

Produttori di veicoli e fornitori

I produttori di veicoli finiti potrebbero essere quelli ad accusare meno (ma comunque tanto) questa battaglia commerciale, visto che potrebbero mitigare in parte gli effetti delle tariffe con le produzioni alternative nel Nord America.

Il danno maggiore sarebbe soprattutto a carico dei subfornitori: fino a 2,5 miliardi di euro a causa della loro dipendenza dalla filiera del vecchio continente. Molti di questi fornitori – che sono la vera spina dorsale di tutta la filiera – sono soprattutto piccole e medie imprese, che peraltro già sono duramente provate dagli anni difficili della transizione green.

Un conto salatissimo

Tra i subfornitori le perdite di posti di lavoro potrebbero arrivare a 10.000 unità, concentrate soprattutto negli stabilimenti in Piemonte e Lombardia. Un impatto molto forte si avrebbe su sistemisti e modulisti, ossia coloro che forniscono alle aziende sistemi complessi come elettronica e trasmissione. L’export verso gli USA di questi sistemi è pari a circa un miliardo di euro l’anno.

Gli specialisti (motorsport e aftermarket) potrebbero risentirne leggermente meno, visto che l’export verso gli Stati Uniti e stimato in circa 500-700 milioni di euro, ed inoltre si tratta di una nicchia meno sensibile ai dazi sui veicoli finiti.

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