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Economia energetica, l’idroelettrico chiede una spinta alle istituzioni

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Troppi fattori frenano lo slancio, a cominciare dalle regole sulle concessioni

In un’epoca in cui sono sempre più importanti il tema della sostenibilità e di un’economia energetica pulita, l’Italia non può non guardare al settore idroelettrico come fattore cruciale. Ma ci sono alcuni nodi da risolvere.

L’importanza dell’idroelettrico nell’economia energetica

economia energeticaAttualmente il settore idroelettrico copre un terzo dell’energia rinnovabile prodotta nel nostro paese, rappresentando la fonte principale di energia pulita che abbiamo. Parliamo di circa 40 terawattora, che corrispondono al consumo di 15 milioni di famiglie. Non c’è dubbio che nel panorama dell’economia energetica italiana, questo settore rappresenta quindi un valore strategicamente importante per il nostro paese.

Non solo fonte di energia…

Negli impianti attualmente esistenti sono archiviati e garantiti quattro miliardi e passa di metri cubi di acqua. Non soltanto utili a produrre energia, ma anche alla distribuzione di acqua potabile. Inoltre un altro aspetto importante dell’idroelettrico nell’economia energetica italiana è che garantisce stabilità alla rete elettrica oltre che un bilanciamento delle fonti intermittenti.

Investimenti e occupazione

L’industria idroelettrica è anche importante dal punto di vista occupazionale, dal momento che ben 12.000 lavoratori sono impiegati in questo settore. E potrebbero crescere in futuro, se si creeranno le condizioni necessarie per spingere queste imprese ad investire. L’intenzione è di mettere sul piatto 15 miliardi di euro, che però avrebbero ricadute sull’economia superiori ai 20 miliardi.

Le imprese idroelettriche italiane infatti hanno bisogno di una spinta alla digitalizzazione delle infrastrutture, che in molti casi sono state concepite un secolo e mezzo fa. Digitalizzando gli impianti si otterrebbero benefici enormi in termini di efficienza, aumentando chiaramente la produzione e la penetrazione delle rinnovabili.

I problemi

Lo scenario sembra quindi molto propizio, se non fosse per una serie di questioni che frenano lo slancio. Anzitutto le concessioni. L’economia energetica italiana ha bisogno di stimoli e non di fattori frenanti, e la gara semplice prevista come vincolo dal PNRR esporrebbe contenziosi e quindi a rallentamenti. Le gare, anziché favorire la concorrenza, creano una instabilità che finisce per disincentivare le aziende a investire nel lungo periodo. Sarebbe un errore strategicamente enorme per l’economia energetica del nostro paese.

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