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Banca MPS, corsa a ostacoli per la cessione a Unicredit

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I recenti stress test hanno evidenziato che la cessione ad un istituto più solido è l’unica strada per salvare la banca senese

Il destino di Banca MPS, oggi controllata dal Ministero al 64%, continua ad essere una questione assai delicata. Dopo la timida avanzata del fondo Apollo, lo scorso febbraio, l’unico acquirente che si è manifestato concretamente è Unicredit. La banca milanese ha però fissato dei paletti per poter concludere l’operazione.
Unicredit, guidata da Andrea Orcel, non vuole accollarsi i 4 miliardi di crediti deteriorati in pancia a Mps. E neppure si accollerà i rischi legali della banca toscana.

Il destino di Banca MPS

banca mpsIl governo, per voce del ministro dell’Economia Daniele Franco, in commissione Finance congiunta di Camera e Senato ha illustrato la situazione, chiarendo che non esiste un rischio “spezzatino” e che “non si tratterà di una svendita statale”.
Ma ha pure precisato che un’acquisizione è necessaria, visto che la situazione strutturale di Banca MPS non consente un rafforzamento autonomo (ipotesi gradita a parte della maggioranza). Implicherebbe un aumento di capitale ben più sostanzioso dei 2,5 miliardi previsti.

Questa debolezza strutturale è stata messa in evidenza dai recenti stress test, che l’hanno posizionata in fondo alla classifica tra le banche europee. Banca MPS risultata la peggiore banca europea nella valutazione dei coefficienti patrimoniali.

Vendere, non svendere

Insomma l’unica via per garantire alla banca senese di mantenere una certa competitività, e per raggiungere l’obiettivo di un rapporto tra costi e ricavi del 61%, è procedere ad una aggregazione con una banca più solida. Si tratta quindi di un percorso obbligato, a dispetto delle accuse di “regalare” il Monte a Unicredit.
Peraltro c’è una certa urgenza da parte del Tesoro di raggiungere un accordo sulla cessione del Monte dei Paschi, che nel 2017 venne salvata dal governo Gentiloni sborsando 5,4 miliardi (soldi dei contribuenti).

C’è poi un altro capitolo delicatissimo. Quello del lavoro. Banca MPS rischia di avere più di 2.500 esuberi volontari previsti dal piano industriale (su 21mila dipendenti totali). Il governo ha assicurato che presterà “la massima attenzione alla tutela dei lavoratori“. Ma i sindacati sono sul piede di guerra.

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