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Reddito di cittadinanza di nuovo nel mirino, e si pensa di cambiarlo

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Doveva dare un sostegno temporaneo in vista del reinserimento nel mondo lavorativo, ma è un flop

Sin da quando è stato partorito, il reddito di cittadinanza ha sempre vissuto nel mirino della critica. Alcuni lo hanno definito un inutile spreco di soldi, tenuto anche conto che spesso gli aiuti finiscono nelle mani sbagliate. Ultimamente stanno nuovamente crescendo le pressioni per cambiarlo. Con Pd e M5S che ci stanno seriamente pensando.

Il mezzo flop del reddito di cittadinanza

Stavolta la critica si rivolge soprattutto al mancato collegamento con le politiche attive del lavoro. In sostanza il reddito di cittadinanza, che serviva per dare un sostegno temporaneo in vista del reinserimento nel mondo lavorativo, si è caratterizzato per una misura esclusivamente assistenziale a beneficio di 3,1 milioni di persone. E’ diventato uno strumento di lotta alla povertà.

Manca un passaggio fondamentale, un anello della catena: quello con il lavoro. Per questo il Pd e una parte del M5S stanno ragionando sulla possibilità di superare il carattere “ibrido” del Reddito di cittadinanza, spezzando del tutto la catena. Dividere cioè la lotta alla povertà, e il sostegno all’occupabilità.
Al tempo stesso, bisogna selezionare in maniera più accurata la platea dei beneficiari e sbarrare la strada agli abusi.

Qualcosa va cambiato…

Il fine di reinserimento nel mondo del lavoro è uno scopo rispetto al quale – per stessa ammissione del premier Giuseppe Conte – il reddito di cittadinanza è ancora molto indietro. Sotto questo aspetto ha fatto decisamente flop.
Anche il ministro Luigi Di Maio ha ammesso che bisogna tornare a ragionare su alcuni meccanismi del reddito di cittadinanza.
Dal Pd arriva un altro pressing per cambiare l’impostazione dello strumento, perché come mezzo di politica attiva del lavoro non funziona. E propendono per un ritorno al reddito di inclusione (REI), sia pure in chiave rafforzata.

Le voci all’interno della stessa maggioranza però non sono concordi. Il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S), ritiene che il reddito di cittadinanza vada bene com’è, e se non funziona è perché non sono stati adeguatamente rafforzati la rete dei servizi territoriali per centrare gli obiettivi fissati. Servirebbero politiche attive del lavoro e una formazione che coinvolga lavoratori e disoccupati.

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