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Prezzi delle materie prime: ecco chi vince e chi perde quando salgono

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L’aumento dei i prezzi delle materie prime è un vantaggio per gli esportatori, ma danneggia chi importa

Dopo il crollo diffuso durante il periodo di maggiore crisi pandemica, i prezzi delle materie prime sono tornati a crescere. Questo aspetto, che in generale fa aumentare lo spettro di un’inflazione più dannosa, ha evidenziato i punti di forza di alcune economie, e le vulnerabilità di altre.

Come si muovono i prezzi delle materie prime

prezzi delle materie primeQuando si parla di prezzi delle materie prime, il primo pensiero è al petrolio. La quotazione è salita del 75% dall’inizio di novembre, grazie all’avvio delle campagne di vaccinazione che ha fatto immaginare una rapida ripresa dell’attività delle fabbriche e dei trasporti.

Ma si pensi anche al rame, utilizzato in tutto nei processi industriali. Il suo prezzo è a livelli visti l’ultima un decennio fa. Il Cile, maggiore produttore del rame del mondo, di cosneguenza ne ha beneficiato e la sua valuta – Peso – è stata l’unica valuta latinoamericana ad apprezzarsi contro il dollaro negli ultimi tre mesi. Lo sa bene chi conosce come fare scalping forex. Analogo lo scenario per lo Zambia, che si basa sul rame per quasi l’80% dei guadagni all’esportazione.

Un discorso analogo si può fare comunque per decine e decine di materie prime. Basta prendere una piattaforma per trading online gratis per verificarlo.

Chi sorride e chi invece no

E’ chiaro che l’aumento dei i prezzi delle materie prime è un vantaggio per gli esportatori. Il prezzo del petrolio che cresce fa felici Arabia Saudita e Russia, le cui leadership sono indiscusse.
L’Australia, che vive la sua prima recessione in quasi tre decenni, fa il tifo per la crescita del prezzo del ferro, suo principale prodotto di esportazione. Il prezzo di questa materia prima è arrivato al record a dicembre. Ne ha beneficiato anche il dollaro australiano, che ha fatto meglio di qualsiasi altra valuta principale dalla fine di novembre. Si è infatti rafforzato del 5% rispetto al dollaro U.S.

Danni da materie prime

Ma c’è pure il rovescio della medaglia. Alcuni paesi che dipendono dalle importazioni, come il Brasile, non sorridono quando i prezzi delle materie prime salgono. L’India, che è il terzo importante importante importatore del mondo, ha dovuto far pressioni sul OPEC+ per aumentare la produzione di petrolio in modo da calmierare i prezzi.
Il boom del petrolio ha spinto inoltre il tasso di inflazione della Turchia sopra il 15%.
Discorso particolare vale per la Cina, che è un grande produttore di tutto (petrolio, rame, zinco, cibo), ma è anche il più importante acquirente di materie prime.
L’Egitto patisce l’aumento dei prezzi di grano e petrolio.
I prezzi alimentari e del carburante più elevati hanno già innescato i disordini sociali in Pakistan. I prezzi del carburante stanno scavalcando nella Repubblica Dominicana.

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