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Costi di produzione latte in salita, ma l’export dà buone notizie

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Nuovo record di esportazioni casearie: +6,4% a quasi 570mila tonnellate

L’ultimo rapporto rilasciato da Assolatte evidenzia note dolenti e segnali di ottimismo. Se da una parte il costo di produzione del latte è cresciuto, dall’altra il nostro prodotto tira sempre di più all’estero.

L’analisi di Assolatte

latteLa fotografia del settore è stata illustrata durante la 78esima assemblea di Assolatte che si è svolta di a Milano. Hanno partecipato le imprese di trasformazione del comparto lattiero caseario e gli stakeholders del settore.

L’industria nel complesso è stata interessata da un forte aumento dei costi di produzione, legati anzitutto all’incremento dei prezzi dei mangimi essenziali per la filiera del latte, come grano e mais, e quelli dell’energia. Inoltre s’è dovuto fare i conti con il raddoppio dei costi dei semilavorati come il cartone e i prodotti chimici, così come quelli della plastica e del pallet, cresciuti in media del 30-40%.
Tutto ciò ha indotto un aumento del prezzo del latte alla stalla di oltre il 30% nel 2022 rispetto all’anno precedente.

Produzione a tinte miste

Malgrado questi fattori frenanti, c’è di buono che le consegne di latte sono calate solo dello 0,8%. Questo ha consentito al nostro Paese di mantenere una disponibilità di latte bovino intorno alle 13 milioni di tonnellate. Anzi, alcune produzioni derivate sono addirittura cresciute. In special modo il burro, che segna un aumento del 6,7%,ma anche il latte alimentare (+1,3%), i fermentati (+2,3%).

In controtendenza invece la produzione casearia (-2,9%), ad eccezione della mozzarella di bufala campana, cresciuta del 3,8%.

La corsa dell’export

Per le aziende impegnate nel settore c’è stata la piacevole conferma di quanto i nostri prodotti siano apprezzati all’estero. Le vendite oltreconfine si confermano infatti una volta leva di crescita fondamentale, con un nuovo record di esportazioni casearie: +6,4% a quasi 570mila tonnellate.

Bisogna però fare una distinzione tra mercati UE ed extra UE: i primi viaggiano spediti (soprattutto i formaggi, +7% fino a marzo) mentre i secondi sono in contrazione (America -5,6% e dall’Asia -5,4%).

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