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Perdite record per Ryanair. La compagnia stima un rosso di quasi 1 miliardo

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Le misure di lockdown che i governi hanno dovuto adottare dalla primavera scorsa hanno avuto un impatto devastante sulle compagnie aeree

Il 2020 di Ryanair è stato un anno shock. Gli effetti del Covid infatti hanno comportato perdite record, che la la compagnia aeree irlandese quantifica in quasi un miliardo di euro. A conti fatti, si tratta del peggiore anno finanziario nei suoi 35 anni di storia.

Covide e perdite record

Le misure di lockdown che i governi hanno dovuto adottare dalla primavera scorsa hanno avuto un impatto devastante sui bilanci delle compagnie aeree. Anche perché da quel periodo, ossia dalla fase acuta della prima ondata in poi, soltanto pochi mesi sono stati (quasi) “fly free.
Il numero di passeggeri trasportati durante la pandemia è sceso a 8,1 milioni, ossia il 78% in meno dell’anno prima. Le previsioni formulate prima che la tempesta Covid si manifestasse, erano di 155 milioni di passeggeri trasportati per il 2020.
Con i veicoli a terra, trimestre dopo trimestre le perdite sono lievitate.

Le varianti e i contraccolpi

La speranza di avere un sussulto durante il periodo Natalizio, è stata spazzata via dall’emergere della variante inglese e quella sudafricana. Ricordiamo che Ryanair ha la più importante base operativa a Londra-Stansted.
L’ultimo trimestre dell’anno solare (il terzo di quello fiscale) si è chiuso con un “rosso” in bilancio pari a 306 milioni di euro. L’anno prima c’era stato un utile netto di 88 milioni.
Complessivamente, le perdite attese per tutto l’anno dovrebbero arrivare a oscillare tra 850 e 950 milioni di euro.

Ripresa lenta

Le previsioni per il futuro non sono neppure positive. Perché le restrizioni potrebbero durare fino a Pasqua (forse può interessare: crisi del turismo da Covid, ci vorranno anni per la piena ripresa).
La buona positiva è che nonostrante le gravi perdite subite quest’anno, Ryanair si mantiene solida per liquidità ed è fiduciosa per l’estate. Le previsioni dell’azienda infatti sono per una ripresa tra luglio e settembre, per ritornare tra il 70% e il 90% dei livelli normali fra ottobre e marzo.

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