Nel periodo che va dal 2011 al 2023, moltissimi giovani italiani hanno deciso di emigrare all’estero per cercare lavoro. Secondo un report della fondazione nord est, questo flusso migratorio ha portato via un capitale umano al nostro paese del valore di 134 miliardi.
I nuovi flussi migratori per cercare lavoro
Dall’esame analitico della situazione, emerge che i flussi migratori cominciati nel 2011 si caratterizzano soprattutto per una forte presenza di giovani laureati che cercano lavoro all’estero.
Proprio questa loro formazione accademica elevata rende tale capitale umano in uscita più costoso per il nostro paese, che ormai non sa più investire nei propri giovani. Basta pensare che nel 2023 solo il 67,5% dei laureati italiani tra i 20 e i 34 anni è riuscito a mettere piede nel mondo del lavoro dopo la laurea. L’Italia è in fondo alla classifica per l’assorbimento dei neo-laureati nel mercato del lavoro.
Un cambio importante
La maggiore presenza di laureati emigrati è un cambio importante rispetto agli anni precedenti il 2011, dove c’era una quota maggiore di non laureati e andavano via dal nostro paese. La forte presenza di laureati nella nuova ondata migratoria è importante soprattutto negli ultimi anni. Se fino al 2018 la quota di laureati sui flussi migratori era inferiore al 30%, nel 2022 questa quota percentuale era salita al 43% (per il 2023 i dati non sono ancora disponibili).
Laureati che dicono addio al Nord
La forte presenza di laureati nei flussi di giovani che vanno all’estero per lavoro è una caratteristica principale soprattutto delle Regioni settentrionali. Ad esempio, nel 2022 oltre la metà dei giovani che sono partiti dal Friuli Venezia Giulia e dalla Lombardia aveva un titolo universitario. Questo significa che il nostro sistema economico non sa valorizzare la formazione accademica dei nostri giovani, come invece accade negli altri paesi europei.
Viceversa, i flussi migratori che partono dalle regioni del Sud si caratterizzano per una quota sempre minore di giovani laureati.
Un costo notevole
L’addio all’Italia da parte dei giovani che cercano lavoro è una sconfitta per tutto il sistema economico del Belpaese, che peraltro trae un grosso svantaggio da questa situazione. Infatti negli ultimi 13 anni il capitale umano che se n’è andato via dall’Italia è pari a circa 134 miliardi (Lombardia in vetta nella graduatoria regionale con 22,8 miliardi).