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Banche centrali, questa settimana una scia di riunioni di politica monetaria

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Fari puntati soprattutto sulla Federal Reserve e la BCE

E’ la settimana che dà il via alle riunioni di politica monetaria. Le maggiori banche centrali del mondo decideranno sui tassi di interesse, a cominciare dalla FED e la BCE. Ma oltre a questi appuntamenti, ci sono anche i dati macro e le ulteriori trimestrali a Wall Street.

Cosa ci aspettiamo dalle banche centrali

fedLa riunione di politica monetaria più importante sarà quella della FED. La regina delle banche centrali dovrà scegliere cosa fare sui tassi senza l’ausilio di importanti report statistici, che sono stati rinviati a causa dello shutdown in corso. I mercati danno comunque per scontato che il meeting si chiuderà con la decisione di tagliare i tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso dei fondi federali a un intervallo obiettivo del 3,75%-4%.

Sarà più importante ascoltare cosa verrà detto dopo, perché il mercato ha qualche dubbio su un eventuale altro taglio a dicembre. E ciò inciderà anche sul Dollar Index, che si aggira attorno quota 99 (per dati aggiornati si consultino società di trading autorizzate Consob).

Occhi anche su Wall Street e su Trump

Intanto proseguirà la stagione degli utili, che entra in una settimana cruciale. Sono in uscita i conti delle Big Tech come Microsoft, Apple (che ha appena toccato un nuovo record), Amazon, Meta e Alphabet. L’attenzione sarà rivolta anche all’incontro tra i presidenti statunitense e cinese, Trump e Xi Jinping.

Gli altri meeting in calendario

Oltre alla FED, si riuniranno altre banche centrali in tutto il mondo. Dalla BCE non sono previste modifiche ai tassi. L’attenzione si sposterà sui dati flash del PIL del terzo trimestre di Germania, Francia, Italia e Spagna, che forniranno un’istantanea della crescita dell’Eurozona. Anche i dati flash sull’inflazione saranno importanti. Occhio anche alle elezioni anticipate nei Paesi Bassi, innescate dal crollo del governo a giugno.

Decisioni di politica monetaria sono attesa anche dalla Banca del Giappone e dalla Banca del Canada. Si prevede che l’istituto nordamericano taglierà i tassi di altri 25 punti base, mentre quello giapponese dovrebbe mantenere invariato il suo tasso di riferimento allo 0,5% nonostante l’aumento dell’inflazione.

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