Sono drammatici i numeri che riguardano il settore del turismo, uno dei più importanti dell’economia italiana. La pandemia ha causato una crisi durissima, per riprendersi dalla quale serviranno degli anni.
Durante il lockdown c’è stato un azzeramento pressoché totale dell’attività, visto che tutte le aziende del settore hanno dovuto chiudere per quasi tre mesi per legge o sono state costrette a reinventarsi. Malgrado in quel lasso di tempo le strutture alberghiere siano rimaste aperte, in pratica non c’erano clienti da ospitare.
Il lavoro evidenzia la grave crisi del turismo
I numeri drammatici della crisi del turismo sono quelli riguardanti il lavoro, ed è un vero peccato perché nel 2019 gli occupati nel settore turistico erano saliti a 1,3 milioni in media, in crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente.
Soltanto nel mese di agosto sono state autorizzate 44milioni di ore di cassa integrazione per alberghi e ristoranti. Corrispondono a 254mila mensilità a tempo pieno. Nel periodo tra gennaio e maggio 2020, le assunzioni nei settori turismo e terme si sono ridotte dell’ 80% per i contratti di lavoro stagionale e del 60% per quelli a tempo determinato. Altrettanto grave è che le previsioni non siano incoraggianti, visto che entro fine anno si stima una riduzione delle assunzioni nell’ordine del 70%.
La dispersione delle competenze
Bisogna anche tenere conto che i lavoratori dipendenti nel turismo sono in buona parte (circa 40,2%) con contratto a termine o stagionali. Data la crisi del settore, solo pochi fortunati hanno trovato una nuova occasione di impiego dopo che è scaduto il proprio contratto. Chi ci è riuscito molto spesso non l’ha fatto all’interno del settore, creando un ulteriore problema al turismo, ovvero la dispersione di competenze e professionalità.
Prospettiva cupa
La stagione estiva è stata già duramente colpita, e adesso la preoccupazione è l’approssimarsi dell’autunno. Per molte strutture non è possibile sostenere i costi di un intero anno con i proventi di appena tre mesi di lavoro. Senza contare poi che mancano all’appello i turisti stranieri, cioè il segmento di mercato a maggior valore aggiunto in termini di spesa.
Lascia un commento