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Mercati finanziari, avvio pesante per le commodities oro e petrolio

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Prezzi in netto calo: oro e petrolio sono protagonisti negativi delle ultime ore

L’avvio di questa settimana, per i mercati finanziari è segnata soprattutto da due fattori. Il primo è la “digestione” dei dati sul lavoro USA resi noti venerdì. Il secondo riguarda l’andamento del Covid.
Questi due fattori stanno penalizzando pesantemente oro e petrolio, che sono protagonisti negativi delle ultime ore.

Oro, petrolio e mercati finanziari

mercati finanziari oro e petrolioIl calo più eclatante – perché repentino – è stato quello dell’oro. All’inizio delle negoziazioni in Asia, il metallo prezioso è scivolato ai minimi dal 31 marzo scorso, salvo poi recuperare terreno. Il metallo prezioso scende 1.744 dollari l’oncia, ma era arrivato anche a bucare al ribasso la soglia dei 1700.

I dati sul lavoro USA

A innescare questo crash del gold metal sui mercati finanziari è soprattutto il dato sui Non Farm Payrolls americani. Venerdì scorso il mercato del lavoro ha srpreso in positivo, evidenziando quindi una robusta ripresa dell’economia a stelle e strisce.
Tutto questo non ha fatto altro che aumentare le probabilità di tapering da parte della FED. Ossia tassi di interesse più alti. E questo penalizza l’oro, perché i metalli preziosi diventano meno attraenti per i mercati finanziari rispetto ad altri asset più rischiosi.
A peggiorare le cose è il contemporaneo rally del dollaro, che è schizzato ai massimi da quattro mesi.

Nota operativa: l’oro è un asset dei mercati finanziari che si presta molto bene ad essere sfruttato con una strategia trading con Fibonacci.

Petrolio in caduta libera

Come detto, anche il petrolio ha vissuto un avvio deludente sui mercati finanziari. In questo caso però, la discesa prosegue un trend pesantissimo che era partito settimana scorsa.
WTI e Brent infatti avevano chiuso la precedente ottava, la peggiore da ottobre, con un calo del 7%.

In questo caso il timore dei mercati finanziari è che la variante Delta possa rallentare la ripresa economica e quindi frenare la crescita della domanda di petrolio. I timori aumentano per via della paura di possibili nuove chiusure per contrastare il virus, soprattutto se penalizzeranno i grandi produttori petrolio al mondo.
Il Wti arriva a 66,6 dollari al barile, mentre il Brent scende a 69 dollari.
Anche in questo caso, l’a crescita del dollaro non ha certo agevolato i prezzi.

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