L’umore sui listini azionari del vecchio continente continua ad essere fiacco. Le borse europee hanno vissuto un’altra giornata all’insegna delle vendite.
Gli investitori continuano a temere un periodo di tassi di interesse ancora elevati per combattere l’inflazione, cosa che inevitabilmente danneggerebbe un’economia già fiacca. Al tempo stesso continuano a giungere notizie poco rassicuranti sullo stato della Cina, interessata di nuovo da una grave crisi immobiliare.
Una giornata all’insegna delle vendite
Alla fine di una seduta nervosa, Piazza Affari perde circa un punto percentuale anche se riesce a rimanere oltre la soglia dei 28.000 punti. Il principale indice della Borsa di Milano prosegue la serie negativa di quattro ribassi consecutivi. Scende anche il FTSE Italia All-Share, che scivola a 29.918 punti.
Seduta negativa anche per le altre borse del vecchio continente, dove prevalgono le vendite. Il Dax di Francoforte segna una discesa dello 0,97%, poco mossa Londra, che mostra un +0,02%, e tentenna Parigi, che cede lo 0,70%.
In avvio si muove al ribasso anche Wall Street.
I titoli che salgono e scendono
A Piazza Affari la migliore performance del giorno è quella di Mediobanca (+1,02%), seguita da Amplifon (+0,54%) e Banca Generali (+0,51%) che sale sopra la media mobile 200 periodi EMA200.
Quest’ultima peraltro si distingue rispetto al resto del settore bancario, che invece è stato bersagliato dalle vendite: Bper -4,52%, Monte Paschi -4,3%, Unicredit -2,4% e Banco Bpm -1,97%.
Seduta negativa anche per Moncler -3,52%, cos’ come quasi tutte le grandi firme per il taglio del prezzo obiettivo da parte di Citigroup a 71,50 euro da 77,5 euro.
Gli altri mercati
Proseguono, sia pure in tono minore, le vendite sull’euro che perde ulteriormente quota rispetto a un dollaro. Il cambio EURUSD resta sempre sotto 1,06, come mostrano gli opzioni binarie broker Europa.
Seduta in frazionale ribasso per l’oro. Sul fronte energetico si muove in frazionale progresso il petrolio, con il Brent che tratta intorno a 92,3 dollari al barile (+0,45%), mentre il gas si sgonfia dopo il boom di ieri e si ridimensiona del 10% circa a 39,65 euro per megawattora.
