Giornata di decisioni di politica monetaria in Giappone, dove la BoJ ha scelto di mantenere un approccio cauto, lasciando i tassi di interesse allo 0,25%, livello più alto dal 2008.
La decisione sui tassi di interesse
Il comitato di politica monetaria ha scelto, con una decisione all’unanimità, di non toccare i tassi di interesse dopo aver valutato soprattutto lo scenario politico molto incerto del Giappone. Inaspettatamente infatti le elezioni anticipate volute dal nuovo Shigeru Ishiba si sono concluse con una delusione per la coalizione liberaldemocratica al governo, visto che ha perso la maggioranza assoluta.
Questo apre scenari politici di forte incertezza per il Giappone, cosa assai insolita per il Paese. Il primo ministro ha poche settimane di tempo per costruire una coalizione adeguata per governare il Paese, e di conseguenza l’agenda economica sarà tutta da decifrare.
L’approccio della Bank of Japan
Anche per questo il governatore della banca centrale Kazuo Ueda ha espresso preoccupazione per le prospettive economiche del Paese, peraltro all’interno di un quadro globale a sua volta molto incerto (anche per le imminenti elezioni USA). La BoJ intende prendersi del tempo per valutare nuovi rialzi dei tassi di interesse, dopo quelli fatti a marzo e luglio.
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Previsioni per il futuro
Una stretta sarà possibile se i dati macroeconomici e sull’inflazione saranno in linea con le previsioni. Secondo la Bank of Japan, l’inflazione dovrebbe raggiungere il 2,5% nell’anno fiscale 2024, scendendo poi intorno all’1,9% negli anni fiscali 2025 e 2026.
La crescita economica dovrebbe invece essere dello 0,6% nel 2024, dell’1,1% nel 2025 e dell’1,0% per l’anno fiscale 2026.
La yen rimbalza ma resta debole
Intanto sul mercato valutario, la mossa della BoJ sui tassi di interesse ha consentito allo Yen di recuperare terreno rispetto al dollaro. Il cambio USDJPY scende verso quota 152, dopo che nei giorni scorsi era arrivato sui minimi di tre mesi oltre quota 153,5. Va precisato che non si vedono candele giapponesi figure che possano far vedere una inversione di rotta.
Il mese di ottobre si chiude comunque con un bilancio pessimo per la valuta giapponese, che ha perso oltre il 6% rispetto al biglietto verde statunitense (è stato il peggior bilancio mensile da novembre 2016).