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Prestiti, cosa cambia dopo la stretta della BCE

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La Eurotower ha alzato il costo del denaro, per cui le banche che prendono in prestito denaro dovranno pagare un costo maggiore

Giovedì 21 luglio è stato il giorno della svolta, perché dopo 11 anni la BCE ha alzato il costo del denaro (dello 0,50%). Di fronte a un quadro economico preoccupante, con un’inflazione che si avvicina alla doppia cifra, la Banca centrale ha optato per una mossa forte.
Ma cosa comporta questo per i prestiti a famiglie e imprese italiane?

La mossa BCE e le ripercussioni su mutui e prestiti

prestiti bce tasiIl fatto che la Eurotower abbia alzato il costo del denaro, significa in sostanza che le banche che prendono in prestito denaro dal massimo istituto europeo, dovranno pagare un costo maggiore. Il meccanismo lo spiega in maniera semplice la BCE sul suo sito ufficiale.

I tre tassi chiave della BCE

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali sale allo 0,5%. E’ quello che le banche pagheranno quando assumono prestiti dalla BCE per la durata di una settimana.

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali sale allo 0,75%. E’ quello che le banche pagheranno quando assumono prestiti dalla BCE per la durata di una giornata lavorativa.

Il tasso di deposito definisce invece l’interesse che le banche percepiscono sui loro depositi overnight (per la durata di un giorno lavorativo) presso la banca centrale. Da giugno 2014 questo tasso era negativo, da ieri invece è zero.

Cosa cambia adesso?

E’ chiaro che se le banche dell’Eurozona pagheranno un costo maggiore per prendere in prestito denaro dalla Bce, alla fine anche i prestiti e i finanziamenti a tasso variabile (mutui) a imprese e cittadini saranno più costosi, visto che sono indicizzati al tasso di Francoforte, Euribor.

Di quanto potrebbero salire le rate dei mutui? Un finanziamento a 30 anni potrebbe costare circa 360-720 euro in più l’anno, a seconda che l’aumento dei tassi venga traslato per metà sul costo dei finanziamenti, oppure venga scaricato integralmente sui prestiti.

Duello fisso-variabile

Nonostante questo maggior costo, attualmente i prestiti a tasso variabili rimarrebbero più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso. A titolo esemplificativo, per un mutuo di 200 mila euro a 20 anni si spenderebbero 920 euro con il tasso variabile e 1120 euro con il fisso.
Ma la forbice si è ristretta notevolmente, per cui chi deve sottoscrivere un nuovo mutuo o ne ha già uno variabile acceso, deve cominciare a considerare che potrebbero esserci altri aumenti in futuro, e quindi il costo potrebbe aumentare.

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