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Dividendi banche, la BCE va verso il via libera (che vale 80 miliardi)

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Ad alimentare questa speranza è stato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Già il prossimo 23 luglio la BCE potrebbe revocare le restrizioni

La BCE potrebbe stappare una stagione effervescente per le banche europee, che potrebbero presto tornare a distribuire dividendi ai propri azionisti, grazie alla solida ripresa dell’economia nella zona euro.

Gli azionisti possono sognare i dividendi

dividendi bceSubito dopo lo scoppio della pandemia, nella primavera dello scorso anno, la banca centrale europea decise di esibire il semaforo rosso alle cedole bancarie. Altre restrizioni sono state previste anche lo scorso dicembre da Francoforte.
Gli istituti hanno così dovuto congelare i loro piani, in attesa di un via libera dalla Eurotower. Cosa che potrebbe accadere presto.

Le parole di De Guindos

Ad alimentare questa speranza è stato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Dopo aver posto la condizione che “l’attività economica procederà al ritmo che prevediamo“, ha comunicato anche la conseguenza: “la raccomandazione sul tetto ai dividendi scomparirà prima o poi“.
Tutto dipende dal percorso di ripresa economica. Se i prossimi dati macro saranno quelli sperati, già il prossimo 23 luglio la BCE potrebbe revocare le restrizioni sui dividendi e il riacquisto di azioni proprie, il buyback.

Qualcosa del genere ha già fatto la FED lo scorso mese di marzo.

Pioggia di milioni

Secondo Bank of America, quest’anno sul mercato potrebbero essere distribuiti 21 miliardi tra cedole e piani di buyback. Il prossimo si potrebbe arrivare a 59 miliardi.
Considerando la sola Piazza Affari, si parla di almeno 4,5 miliardi di dividendi in arrivo.

A Milano il via libera farebbe finire sotto i riflettori soprattutto Intesa Sanpaolo che, dopo la prima tranche, dovrebbe versare ai soci quasi 2 miliardi (0,1 euro per azione).  Generali si fermerà a 727 milioni (0,46 euro per azione), poi ci sono Mediolanum, Fineco, Mediobanca e via dicendo.
Sul fronte europeo la situazione è meno definita, perché molti grandi banche (come Banco de Sabadell, Commerzbank e Deutsche Bank) hanno rimandato in ogni caso al prossimo futuro la retribuzione degli azionisti.

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