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Piccole aziende e pagamenti, i tempi si allungano e la crisi si acuisce

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Lavorare ma essere pagati con ritardo non fa che peggiorare la situazione di molte piccole imprese italiane

Non bastasse già la crisi a far danni, per le piccole aziende si aggiunge un altro grosso problema. I tempi di pagamento dei committenti infatti si sono dilatati. E neppure di poco. cosa gravissima, perché ha sballato la gestione della loro liquidità. A crisi si aggiunge crisi, insomma.

Il problema dei pagamenti

La denuncia è partita dalla CGIA, che evidenzia i casi di autotrasportatori, produttori di imballaggi e di una parte di attività metalmeccaniche. Categorie che nonostante il lockdown, hanno continuato a lavorare. Se già in condizioni “normali” questo tipo di attività si trova a fare i conti con scarsa liquidità e sottocapitalizzazione, durante la crisi che ha spinto l’economia italiana al collasso la situazione si è fatta gravissima. Al punto da mette in ginocchio le imprese stesse. La questione è cruciale, perché se coloro che hanno lavorato non riescono comunque ad incassare le proprie spettanze, è necessario un intervento a loro sostegno.

Possibili interventi

Le misure suggerite vanno dai contributi a fondo perduto ai prestiti bancari a tassi prossimi allo zero, così da evitare che queste piccole aziende siano costrette a indebitarsi pur di lavorare. Del resto se lo Stato – sommerso dai debiti – riceve un aiuto dalle misure che la Bce e l’Unione Europea metteranno in campo nei prossimi mesi, perché non trasferire parte di questo aiuto a chi sta lavorando? Un esempio viene dalla Germania. Lì il governo e i lander tedeschi hanno erogato, alle realtà con meno di 15 addetti, fino a 15 mila euro a fondo perduto.

Ma anche andando al di là delle attività che hanno continuato a lavorare durante il lockdown, è chiaro che serve un sostegno. Si pensi alle imprese dei servizi alla persona, che da oltre un mese sono chiuse. Molte hanno cominciato a “recuperare” flussi di cassa non pagando alcune scadenze. Tipo bollette di acqua, luce, gas, l’affitto o le spese condominiali. Molte attività che sono rimaste aperte, peraltro hanno subito un fortissimo calo delle vendite. Anche per loro la crisi è uno sprofondo, tanto da riflettere se con la fine del lockdown avrà comunque senso continuare l’attività.

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