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Mercato azionario, per Wall Street i primi 100 giorni di Trump sono stati un danno

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Le preoccupazioni a causa delle politiche commerciali aggressive del tycoon hanno provocato una brusca battuta d’arresto a Wall Street

Anche se Donald Trump ha sottolineato che i suoi primi 100 giorni da presidente statunitense sono stati i migliori in assoluto, il mercato azionario potrebbe pensarla in maniera molto diversa, portando a sostegno della propria idea dei dati oggettivi inconfutabili.

Il bilancio in rosso del mercato azionario

trumpLe forti preoccupazioni degli investitori a causa delle politiche commerciali aggressive del tycoon hanno provocato una brusca battuta d’arresto a Wall Street (…e non solo). Ciò ha finito per rendere i primi 100 giorni di Donald Trump alla Casa Bianca come i peggiori dall’era Nixon (1973) per il mercato azionario a stelle e strisce.

L’indice S&P500, quello principale di Wall Street, ha perso infatti il 7,9% dal giorno del giuramento di Trump, avvenuto il 20 gennaio scorso. Durante la presidenza Nixon il crollo nei primi 100 giorni fu del 9,9%. All’epoca il mercato azionario venne fiaccato da una serie di misure economiche che erano state adottate per contrastare l’inflazione. Quelle misure spinsero l’economia americana in recessione nel biennio successivo, durante il quale Nixon si dimise a causa dello scandalo Watergate.

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Trump uno dei pochi ad aver fatto danni

Il bilancio del mercato azionario nei primi 100 giorni sotto la presidenza Trump segna peraltro una controtendenza rispetto a ciò che avviene normalmente dopo le elezioni americane. In media infatti si assiste a un crescita del 2,1%, con poche le eccezioni negative. Altri presidente che fecero male al mercato azionario sono stati Bush nel 2001 (-6,9%), Eisenhower nel 1953 (-5,8%) e Truman nel 1949 (-4,9%). Invece le migliori sono state quelle di Kennedy nel 1961 (+8,9%), Biden nel 2021 (+8,5%) e Obama nel 2009 (+8,4%).

La paura non è finita

Come abbiamo detto, il contraccolpo sul mercato azionario è stato provocato soprattutto dall’incertezza che le aggressive misure di Trump hanno proiettato sul futuro dell’economia americana.

Subito dopo l’annuncio dei dazi, l’indice standard & Poor ha perso il 10% in soli due giorni, tanto da entrare brevemente nel “bear market“. La sospensione dei dazi reciproci ha mitigato in parte quelle preoccupazioni, che tuttavia però rimangono sullo sfondo penalizzando anche il dollaro (con l’Index che ha stampato appena un doppio minimo trading) e i titoli di Stato, dai quali c’è stata una fuga da parte degli investitori.

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