Fino a qualche anno fa gli investimenti nelle criptovalute erano un fenomeno assolutamente marginale. Soltanto pochi pionieri digitali ci si dedicavano, e venivano guardati con grande scetticismo, perfino con snob da parte delle banche. Adesso però i crypto-asset sono un fenomeno strutturale dei mercati finanziari, e bisogna prendere atto di questa nuova realtà.
I cripto asset e le banche
Secondo una recente indagine, più della metà degli italiani ha già investito nelle criptovalute o intende farlo. Ciò significa che nelle strategie finanziarie degli italiani le valute digitali si apprestano a diventare sempre più una componente strutturale. Tutto questo inevitabilmente avrà un impatto anche sulle nostre banche, perché attività diventeranno un’abitudine finanziaria dei clienti.
Un interesse trasversale
Bisogna peraltro aggiungere che l’interesse verso il mondo delle valute virtuali si espande in modo trasversale lungo tutto il Paese, c’è una diffusione omogenea della propensione a investire in questa asset class. Ciò vale anche per le diverse fasce demografiche.
Questa tendenza è cominciata ancora prima di vedere il Bitcoin oltre i 100mila dollari. È cambiato anche il profilo dell’investitore delle valute digitali, che non è più soltanto un giovane speculatore impulsivo, ma una figura più informata e con una strategia chiara che spesso è orientata anche a periodi lunghi. Tutti elementi che devono fare accendere una spia per le strategie delle banche italiane.
Uno scenario nuovo con rischi ed opportunità
Il mondo delle valute digitali rappresenta un nuovo scenario finanziario verso il quale le banche devono adottare un approccio proattivo. Ciò significa che devono sviluppare soluzioni legate alle criptovalute, che tengano anche il passo con un pubblico che è sempre più esigente. Inoltre le banche devono investire nell’educazione finanziaria dei loro clienti, affinché conoscano rischio opportunità di cripto asset.
Adeguarsi al cambiamento
Se le banche italiane non saranno pronte a recepire questo cambiamento e adeguarsi di conseguenza, c’è il forte rischio di andare incontro ad una progressiva disintermediazione. Significa che una fretta crescente della loro clientela andrà via per rivolgersi ad attori esterni.
Al contrario, le banche che sapranno intercettare questa transizione storica potranno rafforzare la loro centralità nel mercato.
