Uno degli effetti più drammatici dell’inflazione, è che sta alimentando il divario esistente tra i ricchi e i poveri. Sta sostanzialmente agendo come una sorta di Robin Hood alla rovescia: toglie ai poveri, dà ai ricchi.
Gli effetti dell’inflazione
Il guaio dell’inflazione – soprattutto in questo periodo – è che riguarda tutti i prodotti e servizi, anche quelli dei quali non si può fare a meno.
I prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 13,1%. E nessuno può evitare di mangiare. E’ aumentata la spesa per l’energia, della quale non si può certo fare a meno. Non si può evitare l’uso dei mezzi pubblici o della macchina per andare al lavoro; nel primo caso sono aumentati i biglietti, nel secondo il costo del carburante.
Anche la casa costa di più. Chi non ne ha una di proprietà, si trova a fare i conti con gli aumenti dei tassi di interesse.
La sintesi
La combinazione di questi elementi genera una conseguenza inevitabile: chi è povero diventa ancora più povero.
Lo dicono chiaramente i dati Istat. A settembre 2022, la fascia di popolazione che aveva i cordoni della borsa più tirati doveva fronteggiare un’inflazione reale del 17,5%, mentre quelli nella fascia maggiore combattevano contro un più moderato 10,4%.
L’inflazione per i ricchi è più bassa perché nel loro paniere ci sono anche beni come il cinema il teatro o l’estetista che sono rincarati meno.
Il tipo di lavoro
Bisogna fare poi una distinzione anche in base al tipo di lavoro che si fa. Un autonomo ha qualche possibilità in più di scaricare un maggior costo sull’utilizzatore finale. Ad esempio, il proprietario del bar può aumentare il prezzo della tazzina di caffé per sterilizzare in parte il rincaro energetico.
Ma un dipendente come fa? Non può. Deve rassegnarsi a un salario reale che si riduce sempre di più.
Ecco perché aumentano le richieste di aiuto presentate alle organizzazioni di volontariato e ai centri di ascolto. Prevedono peraltro che ci sarà un forte aumento delle richieste di aiuto nei prossimi mesi.
