Nonostante i timidi tentativi di ripresa per riconquistare la soglia dei 70 dollari al barile, per le quotazioni del petrolio è un periodo di grande pressione. Il contesto infatti presenta grandi incertezze che turbano il mercato.
Cosa accade alle quotazioni del petrolio
Dopo tanti rinvii, a partire dal mese di aprile il cartello dei produttori OPEC+ procederà finalmente con il rialzo delle quote produttive. Avverrà tutto in modo graduale, aggiustando i tagli volontari di 2,2 mb/g. Ma in un periodo durante il quale le quotazioni del petrolio sono già sotto pressione, l’aumento dell’offerta non fa che alimentare questo scenario negativo per il prezzo.
Eppure, come comunicato dalla stessa organizzazione dei produttori, questa decisione è stata presa “tenendo conto dei sani fondamentali del mercato e delle prospettive future positive“. In particolare, secondo i produttori la domanda di greggio crescerà nel corso del 2025 a 1,4 milioni di barili al giorno. Questa maggiore domanda potrebbe quindi assorbire l’aumento programmato dell’offerta.
Tuttavia il cartello ha lasciato aperta anche la porta ad uno scenario negativo, che potrebbe spingerlo ad adeguare l’output in relazione all’evoluzione delle condizioni di mercato.
Frenata economica o recessione
Tra i fattori negativi che potrebbero incidere in modo pesante sull’andamento delle quotazioni del petrolio c’è sicuramente la percezione del rischio di recessione. Questo spettro è tornato ad aleggiare sull’economia USA negli ultimi tempi, e chiaramente non sarebbe un fattore positivo per il mercato petrolifero. Quando l’economia marcia piano infatti, la prima cosa che scende è la richiesta di carburante.
NB. Sul mercato delle materie prime è possibile negoziare le quotazioni del petrolio anche grazie alle opzioni vanilla put e call.
Il pessimismo di Goldman Sachs
Chi vede uno scenario negativo per il mercato petrolifero è Goldman Sachs. A dire il vero non è neanche l’unica banca d’affari che si è sul futuro delle quotazioni del petrolio. Goldman Sachs ha indicato un prezzo a medio termine del Brent tra i 65 e gli 80 dollari al barile, ossia cinque dollari in meno rispetto alla previsione precedente. Se gli scenari dovessero però essere più negativi il prezzo potrebbe arenarsi anche verso i 60 dollari (quota indicata in particolar modo dagli analisti CitiGroup e JP Morgan).
Nel frattempo, le quotazioni del petrolio stanno rimbalzando da tempo tra livelli di supporto resistenza trading posizionati attorno alla soglia dei 70 dollari al barile.