Nuovo rally al London Metal Exchange per il prezzo del rame. Il metallo industriale si è spinto al livello più alto dalla primavera del 2012. A guidare la corsa del metallo rosso sono le scorte basse e le aspettative di una maggiore domanda industriale, sulla scia di stimoli governativi e della ripresa economica alimentata dai vaccini.
La Cina e il prezzo del rame
Gli investitori cinesi, che sono tornati da una vacanza di una settimana, hanno dato impulso a un rally. Il prezzo del rame ha quasi raddoppiato rispetto al culmine delle preoccupazioni sul coronavirus lo scorso marzo, sulla scia di misure senza precedenti da parte delle banche centrali e dei governi per sostenere la crescita economica.
Si sente soprattutto la spinta in arrivo dalla Cina, che è il più grande consumatore di metalli. Il metallo rosso, considerato un barometro economico, fa intendere quindi che ci sia molto ottimismo riguardo alla ripresa economica dopo i drammi della pandemia.
Scorte e deficit
Questa forte crescita della domanda, unitamente alle indicazioni sulla produzione di rame dei primi 25 produttori al mondo, indicano che il mercato potrebbe trovarsi in un considerevole deficit quest’anno.
Le scorte di rame nei magazzini sono giunte a 76.025 tonnellate, e si trovano quasi al minimo dal 2005. Inoltre il premio per il rame in contanti per il metallo di tre mesi è in aumento, suggerendo una scarsa disponibilità nelle vicinanze.
Annotazione operativa. Quando si valuta l’andamento del prezzo del rame, occorre anche studiare la volatilità di Chaikin volatility (indicatore).
Quotazioni
Il prezzo del rame al London Metal Exchange (LME) è salito anche oltre $ 8.600 la tonnellata, come si vede sui migliori broker autorizzati Consob. I prezzi sono aumentati di circa il 9% questo mese. I suoi guadagni hanno fatto eco all’azione in Cina, dove il contratto di rame più scambiato sullo Shanghai Futures Exchange è salito fino a 63.290 yuan ($ 9.784) nel trading pesante, con un aumento di quasi il 6% e il suo massimo da settembre 2011.
Il prezzo del rame non è un caso isolato. Infatti anche altri metalli industriali hanno fatto un balzo, con l’alluminio al suo massimo dal 2018, il nichel il suo più forte dal 2014, lo stagno il suo più forte dal 2012 e il primato dal 2019.
