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Lavoro, la pandemia affonda gli indipendenti. Quasi 300mila occupati in meno

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Durante i 17 mesi della pandemia, ossia tra febbraio 2020 e luglio 2021, il numero complessivo degli occupati del settore indipendente è sceso di 294 mila unità

Gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro sono evidenti. Ma c’è una categoria in particolare che ha patitto molto la crisi economica, che è stata conseguenza di quella sanitaria. Si tratta dei lavoratori indipendenti.

La dinamica del lavoro indipendente

lavoroDurante i 17 mesi della pandemia, ossia tra febbraio 2020 e luglio 2021, il numero complessivo degli occupati del settore indipendente è sceso di 294 mila unità. In termini percentuali parliamo di una flessione del 5,6%, che ha portato il livello sui minimi dal 2004, anno di inizio dell’ultima serie storica disponibile.
Va evidenziato che il calo è pressoché interamente concentrato nei servizi. Inoltre il calo del lavoro indipendente in Italia, nel confronto internazionale è di gran lunga più ampio della media Ue.

Il lavoro dipendente cresce

Nello stesso lasso di tempo invece, il numero di lavoratori dipendenti è cresciuto di 29mila occupati. Il saldo finale della forza lavoro è così meno 265 mila unità, con gli indipendenti che hanno determinato dove far pendere l’ago della bilancia.

La maggiore tenuta del lavoro dipendente rispetto a quello indipendente si lega soprattutto agli ammortizzatori sociali. Il governo ha varato una serie di misura senza precedenti, autorizzando ben 6,1 miliardi di ore per cassa integrazione guadagni per emergenza sanitaria.

Il mercato del lavoro in generale

In generale, il mercato del lavoro sta evidenziando una lenta ripresa. A luglio 2021 c’è stato un piccolo calo, ma il tasso di occupazione rimane stabile. Inoltre nei cinque mesi precedenti c’è stato un forte incremento, che porta il saldo rispetto a gennaio 2021 in positivo di 550 mila occupati.

Anche in questo lasso di tempo, si evidenziano le differenze tra lavoro dipendente e indipendente. Il primo ha fatto segnare una crescita di 327 mila unità per quelli a termine (+12,2%) e di 204 mila unità per quelli a tempo indeterminato (+1,4%). Invece l’occupazione indipendente ristagna ancora (+0,4%).

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