Malgrado il calo oltre le previsioni del rally dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, l’inflazione continua a farsi sentire in modo prepotente tutto il mondo ed anche in Italia.
L’Istituto Nazionale di Statistica ha infatti confermato il dato preliminare dell’inflazione di luglio. I prezzi sono cresciuti dello 0,4% su base mensile e del 7,9% su base annua.
L’effetto contagio dell’inflazione
Quello che ha sottolineato l’Istat, è che se l’inflazione cala soprattutto per la frenata dei prezzi dell’energia. Tuttavia i rincari stanno contagiando altri comparti merceologici.
Preoccupa soprattutto il “carrello della spesa”, che comprende prodotti alimentari e quelli per la cura della casa e della persona. Queste componenti sono infatti cresciute del 9,1%, rispetto all’8,2% del mese scorso. Una cosa del genere non si verificava dal settembre 1984.
La spesa aggiuntiva per le famiglie
Il balzo del carrello della spesa comporta un aggravio economico per le famiglie. Coldiretti ha quantificato la spesa aggiuntiva per le famiglie in 564 euro annui. E questo solo limitatamente alla spesa per la tavola.
L’aumento più pesante riguarda pane, pasta e riso, per i quali le famiglie dovranno spendere 115 euro in più. Per salumi e carni saranno 98 euro in più rispetto allo scorso anno, mentre per le verdure in maggior prezzo sarà di 81 euro.
Differenze per zona geografica
Va detto che la corsa dei prezzi non si sviluppa in modo omogeneo in tutto il territorio. Il poco invidiabile record dei prezzi più alti spetta a Trento e Bolzano. Qui l’inflazione viaggia attorno al 10%, la più alta d’Italia. In generale il Trentino Alto Adige è la regione quella dove si verificheranno i maggiori rincari, pari a 2521 euro in più l’anno a famiglia.
Invece dove la vita costa di meno è Campobasso, con un’inflazione del 6,9% e una spesa aggiuntiva per una famiglia pari a 1.263 euro.
A Roma c’è un’inflazione al 7,5%, inferiore alla media nazionale, con una spesa maggiore di 1.756 euro rispetto all’anno scorso.