Il gigante dei cosmetici Revlon ha dichiarato bancarotta. Il colosso americano si è avvalso del chapter 11 per l’incapacità di gestire l’enorme fardello di debiti che ammontano a 3,7 miliardi.
Tra questi ci sono anche prestiti obbligazionari al 6,25% con scadenza nel 2024. E ci sono anche 10 prestiti con un importo in sospeso per un totale di circa 2,6 miliardi di dollari e con scadenza nei prossimi tre anni.
In base ai documenti depositati in tribunale, le attività quotate del gruppo arrivano invece a 2,3 miliardi.
Pandemia e concorrenzaalla base della bancarotta
Il chapter 11 consente a un’azienda di continuare a operare mentre elabora un piano per rimborsare i creditori.
Ma quali sono le ragioni che hanno spinto Revlon nel tunnel della bancarotta?
Da una parte ci sono le difficoltà nella catena di approvvigionamento e l’impennata dell’inflazione che ha intaccato i margini. Dall’altra la concorrenza sempre più feroce. Specialmente quella dei marchi emergenti come Kylie Cosmetics di Kylie Jenner o la Fenty Beauty di Rihanna. Queste realtà emergenti hanno eroso le quote di mercato di Revlon (che ha tardato a legarsi al business online), alimentando un calo delle vendite che va avanti da anni.
Per questi motivi Revlon ha dovuto affrontare periodi assai tumultuosi, che ora culminano nella bancarotta.
Paradossalmente, la notizia ha innescato un rimbalzo del titolo Revlon a Wall Street, dove ha chiuso con un aumento del 20,32% (ma va sottolineato che si è deprezzato di oltre l’80% da inizio 2022).
Si chiude una storia quasi secolare
La bancarotta segna la fine di una storia lunga 90 anni. Revlon ha cominciato a spiccare il volo durante la Grande Depressione, quando cominciò a vendere smalti per unghie.
Poi ha cominciato ad allargare il suo business, aggiungendo anzitutto rossetti coordinati alla sua collezione.
Nel secondo dopoguerra è cominciata l’internazionalizzazione del marchio, non senza scosse (come a lite giudiziaria con MacAndrews & Forbes). Revlon possiede marchiprestigiosi, come Elizabeth Arden, Cutex e Almay e commercializza in più di 150 Paesi.