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Aziende, la Kodak si avvia verso un finale amaro

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La sospensione del maxi finanziamento ha fatto precipitare la quotazione in Borsa

Una delle aziende più famose del pianeta, la Kodak, rischia di concludere in malo modo la propria storia. Quello che un tempo era un colosso del settore fotografico, ieri è precipitato alla Borsa americana per una brutta storia che coinvolge i suoi vertici.

Kodak, il declino di un’azienda storica

Dobbiamo fare un passo indietro per capire cose è successo a questa famosa azienda. L’esplosione della fotografia digitale ha provocato un brusco contraccolpo negli affari, tanto che nel 2012 la società aveva fatto ricorso al “chapter 11”, riservata alle società in stato fallimentare che cercano di risollevarsi. C’era stato anche un goffo tentativo di affermarsi nel mondo delle valute digitali, dando vita al “Kodak coin” che i fotografi avrebbero dovuto utilizzare per capitalizzare meglio i diritti sui loro scatti. Tutto inutile. Ma quando ormai pareva segnato il destino dell’azienda, ecco la svolta.

La buona notizia e la doccia fredda

Una decina di giorni fa la Casa Bianca ha approvato un maxi finanziamento da 765 milioni di dollari, circa 693 milioni di euro, così da consentire la conversione integrale dell’impresa. Da produttore di pellicole fotografiche a produttore di ingredienti per farmaci anti Covid. Kodak beneficerebbe in tal senso degli sforzi dell’amministrazione Trump per ridurre la dipendenza degli Usa da forniture farmaceutiche dall’estero.

La notizia era stata accolta con grande entusiasmo dai mercati. Le azioni dell’azienda, che da tempo languivano a livelli bassissimi, nel giro di una settimana sono schizzate del 1.500%. La capitalizzazione è volata da 92 milioni a 1,5 miliardi di dollari. E qui nascono i problemi.

I furbetti e le conseguenze

Già perché dopo la decisione di approvare questo maxi finanziamento, qualcuno alla Kodak ha cominciato a fare il furbetto. Tra questi proprio i vertici della società, che hanno fatto incetta di azioni. Le accuse riguardano in particolar modo l’ad Continenza e un paio di membri del board, che avrebbero acquistato grandi quantità di titoli nelle settimane precedenti all’annuncio (si dice che i volumi di scambi sul titolo sano stati oltre 25 volte superiori ai valori abituali), finendo per guadagnarci 400 milioni di dollari in soli due giorni.
Da qui la richiesta alla Sec (la Consob a stelle e strisce) di aprire un’indagine formale. Poi la decisione delle autorità Usa di sospendere il finanziamento pubblico da 765 milioni di dollari, fino a quando non sarà chiarita la situazione. Questo ha provocato il tracollo dei titoli in Borsa.

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