La settimana comincia con alcuni importanti report riguardanti l’economia cinese. E purtroppo si tratta di dati macro poco positivi.
Infatti numeri su Prodotto Interno Lordo, investimenti e produzione industriale hanno infatti deluso gli analisti, mettendo in luce come crisi energetica e carenza di materie prime (e il loro aumento dei prezzi), stiano frenando la crescita del Paese.
Ultimi dati sull’economia cinese
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, il Pil della Cina ha segnato una crescita del 4,9% annuo nel terzo trimestre 2021, sui minimi degli ultimi 12 mesi.
Si tratta di un marcato rallentamento per l’economia cinese, visto il +7,9% del secondo trimestre (per non parlare del +18,3% dei primi tre mesi dell’anno). Il dato è inoltre nettamente inferiore al +5,2% atteso dagli analisti.
La magra consolazione è che si tratta del sesto incremento consecutivo, dopo il crollo del 6,8% dei primi tre mesi del 2020 (che fu la prima contrazione registrata da inizio 1992)
Su base sequenziale il Pil, rettificato stagionalmente, è invece salito di appena lo 0,2% contro l’1,2% precedente (0,6% nel primo trimestre) e lo 0,5% atteso dagli economisti.
Produzione industriale in frenata
Il Bureau of Statistics cinese evidenzia inoltre che la produzione industriale è cresciuta del 3,1% a settembre, meno del mese precedente (+5,3%) e del consensus (+4,5%).
Per l’economia cinese si tratta della lettura più debole da inizio pandemia.
Rallentano anche gli investimenti in asset fissi, che passano da 8,9% al 7,3%. Il dato è peggiore del +7,9% atteso. In particolare, gli investimenti nel mercato immobiliare sono avanzati dall’inizio dell’anno dell’8,8% su base annua, mentre quelli sulle infrastrutture sono saliti dell’1,5%.
Nota operativa: l’economia cinese va studiata anche nell’ottica della tabella correlazioni forex, utili per chi fa trading valutario.
Vendite e disoccupazione
Un segnale incoraggiante per l’economia cinese arriva invece dalle vendite al dettaglio, migliori delle attese. I consumi registrano un incremento del 4,4% su base annua, dopo il +2,5% di agosto. Le attese erano del +3,3%. Dall’inizio dell’anno fino a settembre, il dato è salito dell’11,8%, in lieve contrazione rispetto al +13,1% del periodo gennaio-agosto.
Il tasso di disoccupazione infine è sceso al 4,9% di settembre dal 5,1% precedente.
Reazione del mercato
I report sull’economia cinese si sono fatti sentire sulle Borse asiatiche che sono andate in calo. Chi conosce le tecniche di trading intraday sa che incidono anche i timori per l’avanzata dell’inflazione e la vicenda Evergrande, nonché la stretta contro le imprese private. Tokyo ha perso lo 0,15%, Seul cede lo 0,3%, Hong Kong lo 0,8% e i listini cinesi di Shanghai e Shenzhen, rispettivamente, lo 0,4% e lo 0,3%.