Le escalation nel conflitto in corso in Medio Oriente sta facendo sentire i suoi effetti deleteri sul commercio via mare. Sta infatti incidendo sui transiti a Bab al-Mandab, nel Mar Rosso, una delle rotte commerciali più importanti al mondo, benché anche molto pericolosa.
Il conflitto e il commercio
Ogni giorno lungo questa rotta transitavano quasi otto milioni di barili di petrolio, dal momento che collega Asia, Africa ed Europa, tanto da ricoprire l’undici per cento del traffico globale.
Tuttavia già da diversi mesi, a causa delle tensioni nella zona, il traffico navale si è ridotto drasticamente. I dati parlano chiaro: il traffico di navi container attraverso la foce del Mar Rosso nella prima settimana di gennaio è diminuito del 90% rispetto all’anno precedente.
La nuova rotta per il commercio
Molte compagnie di shipping hanno infatti preferito intraprendere nuove strade per il commercio, che tuttavia sono decisamente più lunghe perché passano per il Capo di Buona Speranza. Tutto ciò si traduce ovviamente in un allungamento dei tempi di consegna ed anche in un enorme aumento dei costi legati al carburante.
Ad aumentare i problemi c’è anche la situazione del Canale di Panama, che per la siccità ha visto il livello dell’acqua abbassarsi così tanto da rendere estremamente ridotta la capacità di navigazione dell’area.
Qualche numero
Secondo Freightos, un servizio di informazioni sulla logistica, il costo medio per trasportare 1 kg di merce dal Medio Oriente all’Europa è aumentato del 35% nell’ultimo mese, raggiungendo i 2,03 dollari.
Si tratta quindi di un colpo durissimo per il commercio, per il quale potrebbe andare anche peggio nelle prossime settimane visto il rischio di interruzione per alcune catene di approvvigionamento. Sarebbero particolarmente a rischio la produzione di computer e automobili (tesla ad esempio ha già sospeso la produzione nel suo stabilimento europeo) nonché le salse che necessitano di ingredienti che provengono dall’Asia.