Per il terzo meeting consecutivo, la banca centrale della Turchia ha deciso di lasciare invariata la propria politica monetaria. La CBRT ha infatti confermato i tassi di interesse al 50%, ossia il livello più alto degli ultimi 22 anni.
La decisione sui tassi di interesse
Malgrado la situazione della valuta nazionale, la Lira, sia complicatissima (continua ad aggiornare i minimi storici rispetto al dollaro americano), la banca centrale turca non può muoversi in modo ulteriormente restrittivo, perché l’economia sta balbettando dopo il lungo periodo di tassi di interesse altissimi. In particolare, ciò che sta calando rapidamente è la domanda interna, perché la popolazione avverte il forte inasprimento delle condizioni di credito.
Il problema inflazione
Allo stesso tempo, la banca centrale si trova a dover fronteggiare la vischiosità dell’inflazione, che nel mese di maggio è risalita al 75,45%, anche per via dell’impatto dei rischi geopolitici sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari.
Anche se non si vedono indicatori di inversione trend, il Consiglio di politica monetaria continua tuttavia a stimare (e sperare) un calo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno. Al tempo stesso, i responsabili di politica monetaria avvertono che potrebbero alzare ulteriormente i tassi di interesse, nel caso in cui gli indicatori delle aspettative di inflazione dovessero peggiorare ulteriormente.
La reazione del mercato
La scelta di confermare i tassi di interesse non ha inciso granché sulla Lira turca. Il cambio rispetto al dollaro (USDTRY) rimane attorno quota 32,9, dopo essersi riportato di recente oltre la media mobile a 50 periodi. La valuta turca quest’anno ha perso un ulteriore 25% rispetto al dollaro americano.
Anche il cambio EURUSD ha vissuto la stessa dinamica, con una perdita che quest’anno sfiora il 25% (è interessante studiare questo cambio con la Forchetta di Andrews pitchforks trading).
Intanto sotto il profilo macroeconomico, si registra un calo dell’indice di fiducia economica, sceso del 2,5% a 95,8 nel giugno 2024 da 98,2 del mese precedente. Si è trattato del valore più basso dal novembre 2023, poiché il morale si è indebolito in tutti i sottosettori (consumatori, produttori, fornitori di servizi, rivenditori e costruttori).