Nella giornata di giovedì, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che annuncia l’intesa sulle tariffe commerciali. L’accordo dà seguito a quello che venne raggiunto in Scozia lo scorso 27 luglio, che prevede in sostanza dazi al 15%.
Cosa prevede l’intesa sulle tariffe
L’UE eliminerà le tariffe su tutti i prodotti industriali Usa, ed allo stesso tempo consentirà una corsia preferenziale per l’accesso al mercato di alcuni prodotti agroalimentari americani (come frutta a guscio, prodotti lattiero-caseari, olio di soia, carne di maiale e di bisonte e aragosta).
Dall’altra parte, gli USA applicheranno dazi sulla maggior parte dei prodotti europei per un massimo del 15%. L’UE inoltre acquisterà prodotti energetici per 750 miliardi di dollari entro il 2028, e si impegna per altri investimenti da 600 miliardi negli USA da parte delle aziende europee, 40 miliardi in chip statunitensi oltre a un “aumento sostanziale” negli acquisti di attrezzature militari e di difesa dagli Stati Uniti.
Prodotti colpiti e quelli bastonati
Tra i prodotti colpiti dalle tariffe “ridotte” ci sono le automobili importate dall’Ue. vi rientrano anche quelli farmaceutici, semiconduttori e legname. Invece non si fa menzione di esenzioni per vini e alcolici, che erano uno degli interessi più importanti dell’Unione europea.
Restano invece al 50% le tariffe su acciaio e alluminio, che sono destinati a incidere sui costi delle parti metalliche di oltre 400 prodotti.
Ad ogni modo le due parti “prenderanno in considerazione altri settori e prodotti” da includere nell’elenco dei prodotti ai quali si applicherebbe solo l’aliquota al 15%.
Il mercato ha reagito in modo blando a questo scenario, con gli indici di borsa che vanno in lieve discesa in tutto il continente (il FTSe Mib, il DAX 40 indice, ecc)
Le conseguenze
Cosa comporterà tutto questo? A Ginevra l’ha spiegato Christine Lagarde, la presidente della Bce. I dazi americani e uno scenario globale incerto stanno raffreddando l’economia dell’Eurozona, che rischia di rallentare già nel terzo trimestre.
Questo potrebbe influenzare le prossime decisioni di politica monetaria e spingere verso un altro taglio dei tassi. Ecco perché l’euro è in discesa sul mercato valutario. Il cambio EURUSD è scivolato sotto 1,16, e si intravede un uncino di Ross 123 high low (un pattern tecnico). Ad ogni modo, l’euro ha guadagnato circa il 10% rispetto al dollaro quest’anno.





















