E’ quanto meno paradossale quello che sta succedendo sul mercato dell’auto, che da tempo vive una crisi profonda a causa del calo della domanda e dell’aumento della concorrenza. Invece, chi vede un futuro sempre più roseo davanti a sé è il mercato del riciclo dei pezzi, che potrebbe conoscere un vero e proprio boom nei prossimi anni.
Alcune stime di mercato
Secondo alcune stime di Spherical Insights, nei prossimi otto anni il mercato del riciclo di pezzi di automobili potrebbe crescere del 300%, fino a sfiorare i 300 miliardi di euro. In media ogni anno ci si aspetta una crescita degli affari di circa il 15%.
Perché mentre il mercato dell’auto è in crisi, quello del riciclo vola? Le due storie sono connesse, perché il settore automobilistico vive una situazione in cui bisogna cercare di ridurre i costi dei materiali e i tempi delle forniture. Il riciclo in questo senso offre una soluzione a entrambi i problemi, senza considerare poi l’aspetto della sostenibilità ambientale.
La convenienza del riciclo
In un veicolo destinato alla demolizione, secondo un’analisi del Daily Mirror, possono essere riciclate fino all’86% delle sue componenti, non necessariamente per servire l’industria automobilistica. Ad esempio, dai copertoni si possono ricavare polimeri che verranno poi utilizzati per la pavimentazione dei campi sportivi oppure anche per le miscele con cui realizzare l’asfalto.
Ma quanto frutta questo processo? Il riciclo di un auto destinata alla rottamazione può avere un rendimento variabile, ma si sa che i rottami provenienti da quelle elettriche possono avere una redditività superiore del 9% rispetto a quelle a combustione interna. Inoltre, l’utilizzo sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale nei processi, consentirà di massimizzare i profitti.
Cina e India leader del settore
A livello geografico, il mercato del riciclo vivrà il suo massimo splendore soprattutto in Cina e India, destinate a dominare questo settore nel corso del periodo preso in esame. Tuttavia il tasso di crescita più rilevante riguarderà il Nord America. Tiene anche l’Europa, secondo i dati Eurostat, con Italia e Polonia in testa alla classifica.