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Lavoro, il popolo dei Neet ci costa quasi 16 miliardi

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Uno dei buchi neri più importanti del nostro mercato nel lavoro è il passaggio dal percorso formativo a quello lavorativo

Uno dei problemi maggiori che caratterizza il nostro mercato del lavoro è la difficoltà dei giovani di avere accesso ad una occupazione una volta usciti dal percorso scolastico. Scoraggiati di fronte alle difficoltà, molti finiscono per rimanere ai margini, alimentando così il popolo dei Neet, ossia i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono neanche corsi di formazione.

I numeri drammatici sul lavoro

giovani lavoroIn base ai dati forniti da Eurostat, il nostro paese è quello con una delle percentuali più elevate di Neet in tutto il vecchio continente. Da noi infatti questo fenomeno riguarda circa 1,4 milioni di giovani. Secondo una valutazione del Censis, l’impatto economico di questa situazione si può stimare in circa 15,7 miliardi di euro per le nostre casse pubbliche. A questo si arriva sommando la minore contribuzione, la mancata partecipazione alla produzione e i maggiori costi sociali che questo scenario comporta.

Perché si sono tanti neri in Italia

Uno dei buchi neri più importanti del nostro mercato nel lavoro è il passaggio dal percorso formativo a quello lavorativo. Oltre ad essere caratterizzato da tempi molto lunghi, quando si concretizza è nella maggior parte dei casi instabile e incerto.

Il problema è che abbiamo una combinazione tra una disoccupazione giovanile molto elevata, delle competenze formative che spesso non sono allineate alle richieste delle imprese (che si evolvono anche rapidamente nel tempo) e una scarsa partecipazione ai percorsi di formazione. Tutto questo finisce per alimentare lo squilibrio tra la domanda e l’offerta di competenze lavorative, e in definitiva alimenta il fenomeno dei Neet del nostro paese.

Come risolvere il problema?

Secondo diversi esperti, tra le possibili soluzioni per provare a risolvere questo problema del mercato del lavoro ci sono i percorsi di alternanza scuola-lavoro e il work-based learning.

Questi strumenti consentono di sviluppare delle competenze concrete che sono allineate con le richieste effettive delle aziende (in special modo le competenze green mancano), riducendo così il divario tra domanda e offerta sia in termini sostanziali che in termini temporali (ossia il più facile trovare lavoro rapidamente).

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