Durante il periodo estivo il mercato azionario ha vissuto dei momenti di grande turbolenza. Gli investitori ricordano bene quanto accaduto all’inizio di agosto, quando un debole rapporto sul lavoro statunitense innesco un sell-off sul mercato azionario. Anche se in realtà da allora in poi le cose sono andate in continuo miglioramento, da qui a fine anno ci sono ancora grandi ostacoli da superare.
Gli eventi recenti
La corsa dei listini azionari di tutto il mondo è stata alimentata dal maxi-taglio ai tassi di interesse deciso dalla Federal Reserve a metà settembre (cinquanta punti base) e dalle misure di stimolo economico varate dalla seconda potenza globale, la Cina.
Gli investitori hanno visto gli indici di Borsa americani viaggiare in rialzo per tutto settembre, ma anche nel vecchio continente le cose sono andate benissimo. Basta pensare che il FTSE MIB ha chiuso settembre con +14%, mentre il DAX tedesco ha fatto leggermente meno malgrado i venti di recessione sull’economia tedesca. Per tutti gli indici il supertrend indicatore è decisamente in rialzo.
Le mine sul percorso degli investitori
Lo scenario sembra assolutamente positivo per gli investitori, ma se si proietta lo sguardo in avanti ci sono numerosi ostacoli sul cammino. In Europa il vero problema riguarda la tenuta dell’economia continentale. La debolezza andrà ad incidere sicuramente anche sugli utili delle aziende e questo finirà per ripercuotersi sull’umore delle Borse. Il timore tra gli investitori è che le cose possano essere anche peggio di quelle che si immaginano.
NB. Prima di diventare investitori attivi sul mercato azionari, bisogna chiedersi come faccio a sapere se un broker è affidabile.
Le elezioni americane
Un grosso punto interrogativo riguarda poi la corsa alla Casa Bianca. I duello fra Donald Trump e Kamala Harris si gioca sul filo del rasoio e la vittoria dell’uno o dell’altra prospetterebbe scenari molto differenti dal punto di vista economico. Questo significa grande volatilità all’orizzonte e forti divergenze anche a livello settoriale. Statisticamente lo spread di performance tra il settore migliore e quello peggiore negli anni delle elezioni supera il 15%.
La situazione è Medio Oriente
Non bisogna assolutamente sottovalutare poi la situazione mediorientale. Le escalation di tensione in quella zona potrebbe impattare notevolmente sul mercato energetico e non solo, provocando forti scosse sui mercati e grandi mal di testa agli investitori.