Dal punto di vista economico, Cuba si trova a dover fronteggiare una situazione molto complicata. Per questo quattro paesi amici si sono impegnati a ristrutturare il suo grosso debito pubblico.
Cuba e il debito
Il calo della produzione avvenuto durante la pandemia, i blackout e altri problemi che vanno dalla carenza di cibo, a quella dei medicinali e la carenza di carburante, hanno messo in ginocchio il paese governato dal Presidente Miguel Díaz-Canel. Un paese che da oltre 60 anni deve fare i conti con il bloqueo, ossia il blocco economico e commerciale imposto dagli Stati Uniti.
Per questi motivi nell’ultimo periodo il debito dell’Avana nei confronti degli altri paesi fornitori è schizzato verso l’alto. L’attuale livello del debito estero non è noto, ma quello che sappiamo è che prima dello scoppio della pandemia era pari a quasi 20 miliardi di dollari. Da allora sicuramente è cresciuto parecchio.
A causa di questa situazione, molti investitori hanno smesso di fare affari con l’isola, o si sono limitati a farli solo in contanti.
Il soccorso
Per cercare di alleviare la situazione, quattro importanti creditori cubani come Cina, Russia, Algeria e Turchia si sono impegnati a ristrutturare il debito del Paese, fornendogli anche nuovi finanziamenti per il commercio e per gli investimenti, oltre che per ridurre l’impatto della crisi energetica.
Algeria e Russia, ad esempio, invieranno forniture regolari di petrolio. Con la Turchia invece si intensificherà la collaborazione per la produzione di elettricità.
Sono stati raggiunti accordi anche per riparare le centrali elettriche e finanziare lo sviluppo dell’eolico e del solare.
Il viaggio del presidente
Questi accordi sono probabilmente il frutto di un tour che il presidente cubano ha svolto nei quattro paesi nell’ultimo periodo, tra il 16 e il 27 novembre. Incontri che, a detta del capo di stato cubano, hanno portato frutti oltre le aspettative.