La corsa dell’inclusione ha reso il carrello della spesa assai costoso negli ultimi trimestri, innescando un reazione da parte degli italiani che hanno modificato le loro abitudini circa i consumi.
Cosa è successo ai consumi
Secondo un rapporto pubblicato da Ismea, rispetto all’anno terribile 2023 c’è stato una stabilizzazione del livello dei consumi alimentari da parte degli italiani. Nonostante il volume dei principali prodotti alimentari continui a registrare una flessione, la tendenza negativa sta decisamente rallentamento. Inoltre la spesa si è consolidata sui livelli che aveva nel primo trimestre del 2023. Questo indica che probabilmente gli italiani sono entrati in una fase di adattamento rispetto alle mutate condizioni economiche e di mercato.
Alcuni dati sui consumi
Relativamente alla spesa alimentare, il supermercato rimane il canale più utilizzato (41% ed un fatturato in crescita del 1,7%), ma reggono anche gli ipermercati e i discount (che continua a migliorare la propria performance).
A cedere il passo invece sono i liberi servizi e il dettaglio tradizionale, che hanno visto calare il fatturato rispettivamente del 7,4% e dell’8,2%.
Ad aver adottato uno stile di consumi diverso rispetto al passato, segno evidente che sono stati scottati dalla crisi, sono soprattutto le famiglie più giovani. Sono loro infatti ad avere accusato la maggiore riduzione della spesa (- 10% in volume rispetto all’anno scorso). I giovani affrontano delle pressioni economiche più forti, quindi devono reagire facendo maggiori sacrifici rispetto alle famiglie più mature. Queste ultime infatti hanno mostrato un incremento lieve della loro spesa, oppure una stabilità.
I rincari alimentari
Il rapporto Ismea ha evidenziato anche l’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari più gettonati. In particolare preoccupano gli aumenti dei beni di prima necessità, come ad esempio gli oli vegetali, che hanno avuto un incremento di circa il 18% dei prezzi. Un altro elemento che ha subito un forte rincaro sono le patate, che sfiorano il 19%, probabilmente anche per le condizioni meteorologiche avverse che hanno ridotto la produzione. Il segmento dove si registra il maggiore incremento riguarda i prodotti per la prima colazione, dove media la crescita è stata quasi del 4%.