La guerra potrebbe provocare un enorme contraccolpo all’economia russa, come sottolinea la stessa Banca centrale di Mosca in base alle notizie riportate dalla Tass.
Cosa dice la Banca Centrale di Russia
Esaminando lo scenario economico nazionale, l’istituto centrale di Mosca ha evidenziato tutte le incertezze provocate dall’evolversi drammatico dei recenti eventi geopolitici. Ovviamente il primo fra tutti è l’operazione speciale in Ucraina (guai a parlare di guerra).
La principale preoccupazione riguarda l’aumento dell’inflazione, nonostante ci sia stato un calo rispetto alla fine di febbraio. L’inflazione in Russia nel 2022 crescerà al 18-23%, secondo le stime della banca centrale.
Il Rublo
Il problema relativo all’alta inflazione si lega alla dinamica del tasso di cambio. Attualmente il rublo scambia sui 67 per dollaro, mentre rispetto all’Euro siamo sui 70. Certo, siamo decisamente distanti rispetto alla svalutazione shock subita immediatamente dopo lo scoppio della guerra, quando disegnò un upside downside tasuki gap.
Secondo la Banca Centrale, l’andamento del tasso di cambio influirà sulla dinamica dell’inflazione nei prossimi mesi.
Nota bene: se si vuole negoziare una valuta, occorre conoscere i pattern di prezzo più importanti, come il three black crows pattern.
Il commercio e le sanzioni
La Banca Centrale di Russia sottolinea i problemi riguardanti il commercio con l’estero, dovuti anche alle sanzioni imposte dai governi Occidentali. Fanno prevedere un calo potenziale dell’economia russa, maggiore rispetto a quanto previsto da uno scenario di base.
Secondo l’autorità di regolamentazione, l’economia russa nel 2022 si ridurrà dell’8-10% e nel 2023 tra lo 0 e il 3%. La Banca di Russia prevede che l’economia torni a crescere nel 2024.
I tassi di interesse
I rischi dell’economia nazionali spingeranno probabilmente la Banca Centrale di Russia verso un inasprimento della politica monetaria, dopo il taglio dei tassi di interesse effettuato qualche settimana fa, per sostenere l’economia. La Banca centrale russa ha tagliato il tasso principale di 3 punti base, dal 17% al 14 per cento. Subito dopo l’invasione dell’Ucraina e a fronte delle prime sanzioni occidentali, i tassi erano stati portati dal 10% al 20%.