Il quadro economico e geopolitico complessivo ha messo un freno alle borse, che chiudono soprattutto all’insegna delle vendite. Milano alla fine risulta il peggiore degli eurolistini principali.
Perché è stata una giornata di vendite
I motivi per cui sulle piazze azionarie del vecchio continente ci sono state soprattutto vendite sono diversi.
Anzitutto sul sentiment pesa il forte timore di una lunga recessione, soprattutto dopo che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha tagliato le stime di crescita globale, evidenziando che “il peggio deve ancora venire“.
Intanto cresce ancora la tensione tra Russia e Occidente dopo l’ulteriore escalation dei giorni scorsi.
E poi gli investitori sono indotti alla prudenza dal fatto che domani verrà reso noto il contenuto dei verbali della Federal Open Market Committee, mentre il giorno dopo toccherà ai nuovi dati sull’inflazione Usa.
Il bilancio della giornata
Tra i listini del vecchio continente, quello più caratterizzato dalle vendite è Milano, come si può vedere sulle App per giocare in borsa gratis. Il FTSE Mib chiude in flessione dello 0,87% a 20.730 punti. Poco mosso il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 22.727 punti. Sui livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap; negativo il FTSE Italia Star (-1,25%).
Nel resto del Vecchio Continente, cala il DAX di Francoforte dello 0,4%. Male Londra, -1,06%, argina le vendite Parigi, -0,13%. Chiusura in rosso anche per Amsterdam e Madrid hanno perso lo 0,7%.
I singoli titoli
A Milano i titoli più apprezzati del giorno sono stati Campari (+1,69%), Prysmian (+1,50%) e Recordati (+1,33%).
Le vendite hanno riguardato soprattutto le utility. Cala infatti Hera -3,5%. Giornata negativa anche per il settore tech (St -3,1%) e tlc, con Tim (-3%). Male anche bancari e petroliferi (Eni -1,8%).
Gli altri mercati
Sul fronte valutario, si riprende l’Euro-Dollaro che vale 0,974, ma il grafico point and figure trading ancora non vede dei movimenti significativi di prezzo.
L’Oro ottiene un guadagno frazionale dello 0,69%. Il Petrolio scende fino a 89 dollari per barile.