Il percorso di riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea potrebbe proseguire ad un ritmo più intenso nelle prossime riunioni. Sul mercato già si stava facendo strada questa idea, e le parole del vice presidente della Eurotower, Luis de Guindos, confermano queste aspettative.
La BCE e i tassi di interesse
Nel corso di un’intervista rilasciata ad un quotidiano finlandese, il numero 2 della Banca Centrale Europea ha chiarito che la priorità si è spostata dalla lotta all’inflazione alla tutela della crescita economica della eurozona. Questo perché i rischi geopolitici continuano ad aumentare e in aggiunta si è messa l’incertezza riguardo alle mosse di politica economica che intende fare il prossimo presidente americano Donald Trump.
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Le tre aree critiche
Il vicepresidente BCE identifica tre aree critiche relative al prossimo futuro. Il sistema finanziario nella sua interezza potrebbe risentire di una eventuale correzione sul mercato azionario, dal momento che una quota sempre maggiore di titoli statunitensi è detenuta da non-banche della eurozona.
In secondo luogo, preoccupa la sostenibilità fiscale del debito sovrano, che si trova a livelli più elevati. Infine preoccupa la vulnerabilità che in alcuni settori industriali si fa sempre più elevata, e potrebbe preannunciare numerose insolvenze.
Il problema dei dazi
Oltre a queste problematiche, c’è poi la questione dei dazi preannunciati da Trump. Al momento non si sa se e quando questa battaglia tariffaria con l’Europa comincerà, e tantomeno si può prevederne l’impatto. Se così fosse però è chiaro che ci saranno anche interruzione nei flussi commerciali, a tutto danno dell’attività economica europea.
La politica monetaria
Di fronte a questo scenario così complicato, la Banca Centrale Europea potrebbe abbandonare la propria prudenza riguardo alla battaglia contro l’alta inflazione, e tagliare i tassi di interesse in modo più incisivo, così da stimolare la ripresa economica.
Sui mercati finanziari questa possibilità si sta facendo sempre più consistente, tanto che sta zavorrando la marcia dell’euro rispetto al Dollaro (con l’indicatore stocastico lento veloce full che evidenzia una situazione di ipervenduto). Il cambio tra le due valute è sceso sotto la soglia di 1,05 negli ultimi tempi, toccando anche i minimi di due anni all’inizio del mese.