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Costo dei mutui in calo grazie all’ultima mossa della BCE

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Il Codacons ha calcolato una stima dei risparmi che potrebbero esserci in futuro

In occasione dell’ultimo meeting di politica monetaria, la Banca Centrale Europea ha deciso di tagliare ancora i tassi di interesse per 25 punti base. Tutto questo si rifletterà sul costo dei mutui, che nel prossimo periodo è destinato a diventare più leggero.

L’impatto dei tagli BCE sul costo dei mutui

mutuiIl parametro di riferimento per i mutui è il tasso Euribor a 3 mesi. Secondo alcune simulazioni, considerando che la sforbiciata al costo del denaro decisa dalla BCE verrà completamente assorbita nel tasso Euribor, ci sarà un bel risparmio sul costo dei mutui.
Sulla base di tutto questo, il Codacons ha effettuato una stima dei possibili risparmi relativi alle tipologie di mutuo che sono più diffuse in Italia.

I conti sui risparmi

Per un mutuo ventennale a tasso variabile di importo compreso fra 100 e 200 mila euro, il risparmio oscillerà tra i 13 e i 30 euro ogni mese. In un anno quindi si risparmierà fra 156 e 360€.

Per un mutuo a tasso variabile di durata trentennale, il risparmio oscillerà tra 15 e 30 euro, ossia tra 180 e 360 euro in un anno.
Per un mutuo con durata 25 anni da 125 mila euro, il risparmio sarà di circa 17 euro mensili, ossia 204 euro l’anno.

Anche per il costo dei mutui a tasso fisso è destinato a scendere. Se all’inizio dell’anno la rata media era di 843 euro mensili per un finanziamento a 30 anni, si scenderà a circa 792 con un risparmio di oltre 600 euro l’anno.

Segnale incoraggiante

Non sono cifre esorbitanti, ma è già qualcosa, soprattutto se teniamo conto che i finanziamenti per l’acquisto di una casa, secondo Crif, stanno crescendo e nel mese di settembre la richiesta aumentata del 19%.
La decisione della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi di interesse senza dubbio che un segnale positivo per i consumatori e il mercato immobiliare. Tuttavia c’è ancora molta strada da percorrere, prima che vengano riassorbiti i due anni di rialzi continui (10 aumenti consecutivi, iniziati nel luglio 2022) che sono stati necessari per combattere l’inflazione.

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