Uno dei problemi più sentiti in Italia e senza dubbio quello del lavoro. A tal proposito sono interessanti i nuovi report pubblicati da Unioncamere, riguardo al fabbisogno occupazionale e professionale che ci sarà del nostro paese nei prossimi anni.
Il quadro generale sulla richiesta di lavoro
Da questo report emerge essenzialmente che soltanto il 38% dei futuri posti di lavoro sarà occupato da laureati, mentre la parte restante riguarderà persone munite di diploma.
Inoltre le competenze più richieste dai datori di lavoro saranno quelle legate alla transizione ecologica e quelle digitali. Servirà anche la tanto discussa intelligenza artificiale, che tuttavia non andrà a sostituire i lavori già esistenti, ma nella stragrande maggioranza dei casi servirà ad integrare diverse professioni.
Come cambierà il mondo del lavoro
Il report stilato da Unioncamere riguarda il quinquennio che va dal 2024 al 2028. Complessivamente il fabbisogno di lavoratori oscillerà tra 3,1 e 3,6 milioni. Gran parte di questa quota deriva dalla necessità di sostituire i lavoratori uscenti, che ammontano a quasi 3 milioni. Il saldo letto a favore delle nuove assunzioni quindi è decisamente piccolo.
A livello geografico la maggior parte delle offerte di lavoro si concentrerà nelle regioni meridionali e nelle isole, dalle quali arriveranno circa il 30% delle proposte. A livello regionale invece la farà da padrona la Lombardia, che da sola assorbirà quasi un quinto dell’intero fabbisogno di lavoro nazionale.
Meno operai e più impiegati
Rispetto al settore industriale e produttivo, aumenterà l’importanza del settore dei servizi. Oltre il 40% del fabbisogno di lavoro riguarderà impiegati tecnici, specialistici e dirigenziali, mentre andrà calando sempre di più il numero dei posti disponibili per gli operai. Questo significa che sarà sempre più importante l’aspetto formativo, anche se la rilevanza della laurea calerà notevolmente rispetto al diploma.
Proprio per quanto riguarda la laurea, continuerà ad essere estremamente importante soprattutto per le materie STEM, ossia quelle scientifiche, tecniche, ingegneristiche e matematiche. Ogni anno Infatti da questo ambito arriveranno offerte di lavoro tra gli 8000 e i 17.000 posti.