Negli ultimi giorni c’è stata una lieve frenata per la quotazione dell’oro, che dopo aver raggiunto il record oltre 2.550 dollari per oncia, è retrocesso verso la soglia dei 2500. Tuttavia secondo molti analisti il quadro tecnico rimane così rialzista da immaginare una ripresa del rally.
Cosa succede alla quotazione dell’oro
Dal punto di vista tecnico, il prezzo del gold metal ha identificato nella soglia del 2550 dollari una forte resistenza statica, come dimostrano le difficoltà recenti a superarla. Tuttavia il quadro tecnico rimane roseo, visto che anche gli indicatori di trend mantengono una posizione long, confermata anche dall’andamento degli oscillatori tecnici che si trovano attorno alle aree di ipercompato (basta osservare i grafici su qualsiasi opzioni binarie broker Europa).
La solidità della resistenza attorno a 2.550 dollari fa immaginare che in caso di rottura di questo livello, la spinta potrebbe essere così forte da arrivare brevemente sui 2600, aprendo poi la strada ad ulteriori rialzi record. Viceversa, i tori dovrebbero preoccuparsi solo un caso di discese sotto quota 2.450 dollari, perché rappresenterebbero un forte segnale di debolezza del trend rialzista. Intanto la comparsa di un bandiera flag pattern è un aspetto da monitorare con attenzione.
I fattori fondamentali
Per immaginare lo scenario futuro bisogna considerare i fattori fondamentali che stanno spingendo la quotazione dell’oro. Anzitutto l’escalation delle tensioni in Medio Oriente che hanno spinto gli acquisti di beni rifugio. L’incertezza politica riguardante le elezioni negli Stati Uniti e il timore di una frenata economica globale sono altri fattori di nazisti per il metallo prezioso.
La quotazione dell’oro viene però sostenuta anche dai massicci acquisti da parte delle banche centrali, con quelle dei paesi emergenti (come Cina e India) che stanno facendo da traino negli ultimi mesi.
Scenario a breve/medio termine
Nell’immediato futuro, più di ogni altra cosa la quotazione dell’oro potrebbe beneficiare della svolta operata dalle banche centrali. A breve anche la Federal Reserve comincerà a tagliare i tassi di interesse, e questo rappresenta un fattore rialzista per il metallo prezioso, perché riduce il costo opportunità di detenere oro, che non produce reddito.
Basterà questo per arrivare a quota 2600 dollari nei prossimi mesi?