Una recente indagine condotta dal portale Altroconsumo, e dall’eloquente titolo “spiagge salate“, ha acceso il riflettori sull’aumento dei prezzi che i vacanzieri balneari dovranno subire per i loro soggiorni estivi al mare.
La corsa dei prezzi
Rilassarsi sotto l’ombrellone o prendere il sole sdraiati sul lettino in spiaggia potrebbe essere un lusso per molte tasche. Dall’indagine di Altroconsumo, condotta su oltre 200 stabilimenti balneari in dieci città italiane di tutto lo stivale, emerge che l’incremento medio dei prezzi sarà del 4%. In termini più pratici, chi vuole noleggiare per una settimana un ombrellone e due lettini spenderà non meno di 226 anni in media.
Continua quindi una tendenza crescente che già aveva caratterizzato il 2022 (dove il rialzo era stato del 10%) e il 2023 (con un incremento del 5%).
Il problema delle concessioni
La ragione principale dell’aumento dei prezzi viene ricondotta allora spinosa questione delle concessioni balneari che vengono rinnovate in modo automatico per lungo periodo.
Tutto questo finisce sostanzialmente per eliminare in buona parte la concorrenza del mercato, rendendo così i consumatori completamente esposti ai rincari (spesso anche ingiustificati) dei gestori degli stabilimenti balneari.
La fotografia dello stivale
Anche se in linea di massima i rincari riguardano tutto il territorio, da nord a sud, ci sono zone e zone. La città più costosa in assoluto è Alassio, dove una settimana in spiaggia tra la prima e la quarta fila, con un ombrellone due lettini, costa 340 euro nel periodo di punta (ossia dal 4 al 10 agosto).
Senigallia vanta due primati
L’incremento più elevato però è quello registrato a Senigallia nelle Marche, dove da un anno all’altro I prezzi sono cresciuti dell’8%,. Tuttavia proprio la cittadina Marchigiana è quella che vince la palma del posto più economico, visto che la spesa settimanale si aggira sui €150.
Sul podio delle località più economiche ci sono anche Lignano e Rimini, dove per un posto in prima fila si spende rispettivamente 164 euro (nessun rincaro rispetto all’anno scorso) e 165 euro (rincaro del 4%) a settimana.
