Dopo aver tirato il freno per un po’ di tempo, la corsa del prezzo dell’oro ha ricominciato a viaggiare sui binari rialzisti, e secondo alcuni esperti nei prossimi mesi il metallo pregiato potrebbe addirittura arrivare a 5.000 dollari per oncia.
Riparte il rally del prezzo dell’oro?
A sostenere questa possibilità sono gli esperti di JP Morgan, che ipotizzano un prezzo dell’oro nella forbice tra 5200 e 5300 dollari entro la fine del 2026. Significa che gli analisti della banca americana vedono nei prossimi 13 mesi un ulteriore rialzo del 25% rispetto ai livelli attuali (per quotazioni aggiornate si faccia riferimento a broker opzioni binarie Italia).
Il prezzo dell’oro ha toccato di recente il massimo storico oltre 4.380 dollari, prima di subire una correzione abbastanza profonda. Tuttavia dall’inizio dell’anno l’aumento del metallo prezioso è ancora nell’ordine del 50%.
Il ruolo delle banche centrali
Cos’è che fa pensare agli analisti di JP Morgan che la corsa del prezzo dell’oro riprenderà con vigore? La ragione principale è soprattutto l’acquisto massiccio da parte delle banche centrali, che è già stato un fattore importante nel rally degli ultimi due anni (già nel 2021 si immaginava che gli acquisti di lingotti da parte delle banche centrali sarebbero cresciuti).
Tenuto conto che l’oro conservato nei forzieri come riserva in valuta estera è ancora relativamente poco in termini percentuali, secondo JP Morgan c’è spazio per ulteriori massicci acquisti, soprattutto da parte delle banche centrali dei mercati emergenti e di quella cinese, che sta cercando di costruire un sistema finanziario globale meno dipendente dagli Stati Uniti. Questa corsa al lingotto potrebbe rallentare strada facendo, proprio a causa del prezzo dell’oro sempre più elevato.
Altri esperti sono molto fiduciosi
La previsione così ottimistica di JP Morgan non è però un caso isolato. Anche Goodman Sachs immagina che il metallo pregiato possa raggiungere i 4.900 dollari entro l’ultimo trimestre del 2026. Anche la grande banca Svizzera UBS rimane rialzista sul lingotto. A causa dei rischi politici crescenti (in particolare il pericolo di un altro shutdown americano l’autunno prossimo), l’istituto vede un possibile balzo del prezzo fino a 4700 dollari.


















